Rientrato dalla Turchia, Luigi Di Maio è decollato verso il Congo e poi l’Angola per una doppia «missione energetica» con l’ad di Eni, Descalzi. I negoziati ad Antalya sono falliti eppure il ministro degli Esteri vede «piccoli passi». La via della pace è sepolta dalle macerie, ma l’ex vicepremier confida neIla resistenza di Zelensky: «Un eroe mondiale che merita di essere ascoltato al Parlamento italiano, anche se le cose che ci dirà non siamo disponibili a farle». E guarda con attenzione alla reazione del popolo russo: «L’Italia deve continuare a sostenere l’indebolimento e l’isolamento internazionale di Putin. Se continua così condanna alla morte economica il suo popolo, che protesterà sempre di più».
L’Italia cosa chiede a Putin?
«Deve dimostrare di volere davvero quello che sta dicendo. Sono d’accordo con Draghi, fino ad ora Putin non ha dimostrato di volere la pace. I temi della neutralità dell’Ucraina, della denazificazione, dei territori del Donbass e della Crimea sono scuse, o basi negoziali? E Putin a doverlo dimostrare».
Non teme un’escalation ancora più drammatica?
«Per evitarlo dobbiamo indebolire pesantemente Putin. Ben vengano il quarto pacchetto di sanzioni e tutte le iniziative che servono per indebolire l’economia russa. Contesto chi dice che non stanno funzionando, l’impatto delle sanzioni è clamoroso. La Russia rischia il default. Più sarà indebolita l’economia russa, meno Putin potrà finanziare questa guerra». Le Immagini dell’ospedale dl Marlupol hanno scioccato il mondo.
II popolo ucraino può aspettare i tempi della diplomazia?
«Quelli che abbiamo visto fare all’esercito russo sono attacchi brutali, disumani, inaccettabili. Abbiamo fatto bene a presentare istanza alla Corte penale internazionale per verificare se siamo davanti a crimini di guerra. Nel sostenere la soluzione diplomatica non voglio apparire slegato dalla realtà, ma è l’unica soluzione per evitare che il conflitto dilaghi. Ovviamente le preoccupazioni ci sono tutte, non a caso abbiamo deciso di dislocare sul confine Est della Nato più aerei e più truppe».
L’Italia è in guerra?
«No. Noi facciamo tutte le azioni diplomatiche che servono per evitare che la guerra arrivi in Europa, ma non entriamo in conflitto. E stato chiaro Biden e lo siamo stati noi, chi dice che l’Italia è in guerra afferma una cosa errata. Ho incontrato il segretario della Nato Stoltenberg e abbiamo ribadito che non ci sono i presupposti per una No fly zone né per dare a Kiev aerei da combattimento. Si rischierebbe di far scattare una guerra mondiale».
Quanto è alto il rischio nucleare?
«Gli attacchi alle centrali sono inquietanti e fanno parte della strategia di Putin, serve massima cautela. Ma ad oggi non c’è un rischio, lavoriamo per evitare che la Nato entri nel conflitto. Tutti gli attori che lavorano a una mediazione vanno ascoltati, anche la Cina, che al di là delle differenze che non abbiamo dimenticato può avere un ruolo importante. La Turchia è molto avanti. Portando Lavrov e Kuleba al tavolo di Antalya ha aperto un percorso».
I negoziati si sono conclusi con un nulla di fatto?
«Purtroppo i tempi della diplomazia non sono quelli delle bombe, ma in Turchia ho visto novità importanti. Piccoli passi, però preziosi. I due ministri russo e ucraino sono disponibili a rivedersi. ll secondo passo è che Putin è disponibile a incontrare Zelensky. L’incontro deve essere preparato, perché ci sia l’opportunità di arrivare a dei punti di mediazione».
Cosa dovrà esserci sul tavolo, oltre alla neutralità dell’Ucraina?
«Le condizioni di neutralità deve porle l’Ucraina, ma se si dovesse arrivare a quel punto di caduta servirà un accordo internazionale con dei garanti. L’ambizione di Zelensky di portare l’Ucraina nell’Ue è più che legittima, ma l’Unione non deve essere un tema divisivo al tavolo».
La Ue non vede corsie preferenziali per l’adesione dell’Ucraina, ma intanto la gente muore.
«Ci sono Paesi che aspettano da io anni, però il tema Ucraina deve essere affrontato con la massima velocità nel rispetto pieno dei trattati. Dobbiamo sostenere con forza che siamo pronti ad attuare la risoluzione del Parlamento Ue, che chiede di riconoscere lo status di candidato».
I 27 sono timidi e divisi pure sul Recovery di guerra?
«Non dobbiamo meravigliarci che ci siano sensibilità diverse, ma ricordiamoci che sul Next Generation Ue per finanziare la ripresa dalla pandemia ci vollero 4 mesi, ma trovammo la quadra. Versailles è un vertice importante, mai abbiamo visto una Ue così compatta. E l’azione sulla protezione temporanea dei migranti è un fatto storico».
Draghi è isolato?
«Ci mancherebbe altro, l’Italia è pienamente attiva e protagonista, anche con proposte a livello Ue. Non si scambi per inattivismo il lavoro assiduo e riservato che stiamo facendo in sintonia con i nostri partner. Draghi ha sentito più volte Zelensky e altri capi di Stato che possono incidere sulla trattativa. Anche io ho avuto importanti interlocuzioni con i ministri indiano, cinese, israeliano e turco. Ora il tema è mettere in piedi un tavolo per la tregua umanitaria patrocinato dalle Nazioni Unite, con Croce rossa e Unhcr, per negoziare un cessate il fuoco, non di poche ore, che consenta di evacuare : migliaia di persone».
Qual è Il piano italiano per accogliere profughi?
«Lunedì porterò in Moldavia 8 milioni in beni della Cooperazione allo sviluppo per sostenere uno dei Paesi di confine che sta subendo flussi importanti. Come Esteri firmeremo un accordo di 10 milioni di euro di supporto per gestire l’emergenza profughi. Poi volerò in Romania, il cui confine è a pochissimi chilometri da dove le navi russe e ucraine si stanno scontrando al largo di Odessa».
La Farnesina aveva sconsigliato a Salvini il viaggio (sfortunato) in Polonia?
«No, assolutamente. Ognuno è libero di agire come crede e risponde delle proprie azioni, ma noi sosteniamo le organizzazioni internazionali che sono sul campo per salvare i cittadini ucraini. Ci sono tanti modi in cui la politica dimostra di essere solidale, anche restando in Italia. Ho ringraziato il sindaco Nardella, presidente di Eurocities».
A Firenze il M5S non ci sarà e alcuni esponenti, come Petrocelli, restano ambigui verso Putin.
«La linea del M5S in politica estera è univoca, chiara ed è stata ribadita dal presidente Conte. Ci saranno parlamentari del M5S a Firenze, Napoli e in altre parti d’Italia».
Dopo Algeria e Qatar lei andrà in Congo e Angola.
«Dobbiamo negoziare per compensare 29 miliardi di metri cubi di gas che viene dalla Russia. Tra Congo e Angola abbiamo l’opportunità di recuperare le quote di gas naturale liquefatto che ci servono per diversificare le fonti di energia e far scendere i prezzi. Sono ottimista, siamo sicuri che andrà bene e che aggiungeremo altre quote a quelle molto importanti di Qatar, Algeria e Libia. Con prudenza, penso che saremo in grado di superare le criticità riguardo alla rigassificazione italiana e di arrivare all’inverno con un piano di sicurezza energetico che ci consentirà di affrontare anche nuove sanzioni».