Antonio Tajani ci risponde entrando a Palazzo Chigi, di rientro dalla riunione di Varsavia con gli altri ministri degli Esteri europei per esprimere sostegno all’Ucraina di fronte ai bombardamenti russi.
Ministro, vi siete incontrati in un nuovo formato fra ministri europei per reagire alla nuova escalation di Putin?
«Questa è una nuova formula dei “5 più 1”. In origine si riunivano soltanto tedeschi, francesi e polacchi; adesso ci si riunisce in cinque con la Spagna più gli inglesi. La gravità della situazione rende necessarie formule più concrete, e l’Italia vuole essere protagonista e parte importante delle scelte che si compiono».
Questa riunione è avvenuta proprio mentre i primi missili a lungo raggio ucraini hanno colpito il territorio russo. Così non si rischia di aggravare ancora di più la situazione?
«Noi sosteniamo l’Ucraina in questo momento con grande determinazione. C’è stato il G7 dei capi di governo, c’è stata la riunione di Varsavia, ci sarà la riunione del G7 Esteri la prossima settimana ad Anagni-Fiuggi con la presenza del ministro degli Esteri ucraino. Domani a Roma ci sarà un Business forum con l’Ucraina per coordinare i lavori per la ricostruzione. Sarò presente, ci sarà anche la signora Zelensky: stiamo organizzando la grande conferenza internazionale a Roma del 2025 per la ricostruzione dell’Ucraina. Confermiamo il nostro appoggio: l’Ucraina è candidata a far parte della Nato e dell’Unione europea. Detto questo, vogliamo lavorare per la pace. “Pace giusta” come diceva Papa Giovanni Paolo II significa la non sconfitta dell’Ucraina. Lavoreremo con gli Stati Uniti che sono il nostro principale alleato e interlocutore. Dobbiamo muoverci insieme».
L’autorizzazione di Biden a colpire il territorio russo con missili a lungo raggio è un messaggio a Putin o a Trump?
«Io credo che sia un messaggio in difesa dell’Ucraina. Gli americani hanno deciso di rispondere di fronte all’offensiva violenta dei russi che impiega anche truppe nordcoreane contro l’Ucraina».
Perché Putin ha inasprito il conflitto proprio adesso?
«Perché spera di avere più terreni conquistati possibile per alzare la sua posta semmai si arriverà ad un tavolo per discutere una tregua. Ma bisogna sempre ricordare che è la Russia l’aggressore che ha violato il diritto internazionale. Sta cercando di piegare l’Ucraina ma non ci riuscirà».
Oggi Putin ha cambiato la dottrina nucleare russa. Di fatto dà l’autorizzazione a colpire con testate nucleari uno stato non nucleare. Dobbiamo aver paura di una guerra atomica?
«Le minacce di Putin sono spesso di tipo politico, fa rumore per intimorire l’avversario. Però è anche uno capace di rischiare, non va mai sottovalutato, ma non credo che voglia scatenare un conflitto nucleare. Bisogna fare l’esatto contrario, ci vuole una de-escalation».
Sul caso Fitto, con il Pse che non vuole votarlo, la Commissione europea rischia di saltare?
«Sarebbe grave bloccare la Commissione per un capriccio politico. Voglio essere ottimista e mi auguro che possa cominciare a lavorare dal primo di dicembre».
Chi è che fa capricci?
«I socialisti, si stanno opponendo a Fitto perché fa parte del gruppo dei Conservatori, e quindi secondo loro non può fare il vicepresidente, ma se può fare il commissario allora può fare anche il vicepresidente. C’è anche il parere unanime del Consiglio, ma credo che alla fine prevarrà il buon senso, anche seguendo le parole del presidente Mattarella e quelle di Prodi e di Monti di oggi che vanno nella giusta direzione».
Perché ii caso è scoppiato ora? Di Fitto vicepresidente si sapeva già da mesi.
«Perché alzano il prezzo, capita sempre così quando ci sono le audizioni. Però stavolta i socialisti hanno superato il limite, mi auguro che rinsaviscano e ascoltino le parole sagge di Mattarella».
Il centrosinistra ha vinto le regionali in Umbria ed Emilia Romagna. Qual è stato il motivo della vostra sconfitta? Anche se Forza Italia ha aumentato i consensi, sono mancati i voti moderati?
«L’Emilia Romagna è sempre stata una roccaforte della sinistra, sarebbe stato un miracolo vincere lì. In Umbria qualcosa non ha funzionato, forse è stato commesso qualche errore anche di tipo comunicativo, potevamo e dovevamo fare tutti meglio. Forza Italia ha avuto un importante risultato in Umbria, dove siamo arrivati quasi al 10%, abbiamo raddoppiato i voti delle precedenti regionali e aumentato i voti delle europee. Abbiamo avuto lo straordinario risultato di Andrea Romizi, il più votato di tutti i partiti, vuol dire che la nostra lista era competitiva. Romizi si sta dimostrando un grande leader umbro, perciò oggi l’ho nominato in segreteria nazionale. Ci siamo confermati terzo partito nazionale. Con i risultati di Emilia e Umbria, ma anche di due grandi città come Anzio e Nettuno, Forza Italia è il terzo partito a livello nazionale, abbiamo scavalcato stabilmente i 5 Stelle e siamo il secondo partito della coalizione».
In Umbria sarebbe stato meglio scegliere un altro candidato?
«La nostra regola, a meno che non si ritiri, è di candidare il governatore uscente. Se ha vinto una volta può vincere anche una seconda. Donatella Tesei è stato un bravo presidente di Regione. Bisogna considerare anche l’alta astensione molto alta».
Secondo lei quali elettori non sono andati a votare?
«Non lo so, forse anche elettori moderati. Ma penso che bisognerebbe arrivare a un election day. Si vota troppo spesso. E questo non aiuta molto la partecipazione elettorale».