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Tajani: «Ue compatta per azzerare i dazi» (Nazione-Carlino-Giorno)

Tajani Ue compatta per azzerare i dazi NazioneCarlinoGiorno
Tajani Ue compatta per azzerare i dazi NazioneCarlinoGiorno

Ministro Tajani, cresce dappertutto l’allarme dazi: qual è l’esito della riunione dei Ministri del Commercio internazionale in Lussemburgo?

«Innanzitutto è emersa una posizione di unità dell’Europa – avvisa il vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani -. L’unità su una linea politica chiara: trattare con gli americani e evitare una guerra commerciale. Farlo a schiena dritta, ma trattare e trattare per arrivare, nel tempo che serve, a zero zero dazi: zero dazi dagli Usa all’Europa e zero dazi dall’Europa agli Usa».

Nel frattempo, però, l’Europa si muove anche con un primo assaggio di contro-dazi.

«Saranno imposti dal 15 di aprile i dazi su alcuni prodotti americani: si tratta di una lista di prodotti congelata ormai dal 2018 e sulla quale abbiamo ora lavorato. In questo quadro siamo riusciti a tutelare anche alcuni interessi italiani: penso ad esempio al whisky che è stato tolto da questa lista perché mettere un dazio sul whisky significa poi avere una reazione americana anche sui vini».

I dazi europei hanno, dunque, una funzione tattica in vista di un possibile negoziato?

«Dobbiamo difendere i nostri interessi e le nostre imprese e lo faremo. Questi dazi, però, sono soprattutto un messaggio di capacità, di unità e di reattività. Saranno inferiori a quelli che abbiamo subito, proprio per far capire che non vogliamo la guerra commerciale. Dal 15 maggio, poi, ci saranno altri dazi su un’altra lista. Ma c’è sempre tempo per una trattativa. lo avevo chiesto anche un rinvio, ma tecnicamente era molto complicato».

È la linea della Von der Leyen. L’hanno accettata anche i ‘falchi’ francesi?

«Certo. È la linea della Commissione. È anche la linea che è emersa oggi. Ma è anche la linea italiana, perché noi siamo sempre per la trattativa. Adesso non ci sono falchi: tutti quanti hanno accettato la posizione dell’Europa e del Commissario Sefcovic».

In questo quadro che ruolo può avere l’Italia anche attraverso l’incontro di Meloni con Trump?

«La trattativa la fa la Commissione europea. Noi possiamo aiutare la Commissione nel convincere Trump a fare una scelta di trattativa. Possiamo agevolare  la trattativa. E, del resto, il primo incontro tra Sefcovic e gli americani non è stato negativo».

Quale è l’obiettivo di questa impostazione?

«Il nostro obiettivo è quello di zero dazi reciproci tra noi e gli Stati Uniti. Con la prospettiva di avere un grande mercato transatlantico, cosa di cui si era già parlato una decina di anni fa. E quindi di far sì che l’Occidente rappresenti una grande opportunità per tutti coloro che vi intraprendono. Il primo passo può essere il passaggio dal 20 al 10 per cento dei dazi americani. Questo potrebbe essere un obiettivo intermedio».

Ritiene che ci siano le basi per una prospettiva del genere?

«Dobbiamo lavorarci, dobbiamo lavorarci. Musk ha parlato di dazi 0 a 0. Certamente Musk non è Trump, però lo ha detto. Quindi bisogna lavorare intensamente per far capire che il problema non è tra Europa e Stati Uniti. Semmai c’è una sovracapacità, per esempio per l’acciaio, dei Paesi dell’Estremo Oriente, a cominciare dalla Cina. Quindi non è un problema legato ai rapporti Stati Uniti e Europa. E tutti quanti vogliono trattare, anche se poi giustamente vogliamo difendere i nostri interessi».

In Italia, in ogni caso, vi muovete anche per mettere a punto un Piano per sostenere le imprese in questa fase. In che modo?

«Ascolteremo le imprese, con la volontà di sostenere la loro competitività. Mettendo in campo azioni sia a livello europeo sia a livello nazionale. Con Bruxelles dobbiamo agire per eliminare quelle che sono barriere non tariffarie. In Italia c’è una batteria di possibili interventi a sostegno delle imprese che vogliamo valutare con loro. Come Ministero degli Esteri abbiamo già il piano d’azione che abbiamo presentato nei giorni scorsi per rafforzare la nostra presenza in mercati extra-europei. Lo facciamo con Ice, Simest, Sace, con Cassa Depositi e Prestiti. Abbiamo fatto un accordo anche con Poste Italiane per la distribuzione nei vari Paesi del mondo».

Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, chiede di utilizzare anche i fondi del Pnrr in questo ambito. È possibile?

«Dobbiamo valutare bene se è possibile farlo. Nella riunione di oggi abbiamo esaminato tutte le ipotesi. Adesso bisogna sottoporle al vaglio tecnico. Di certo non lasceremo le imprese senza sostegni».

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