L’ingresso delle donne in diplomazia è una “tendenza inarrestabile” e il loro “successo in campo internazionale” deve essere “d’ispirazione ad amministrazioni pubbliche e imprese private”. E’ quanto scrive il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio inviato, in occasione della Conferenza internazionale “Women in Diplomacy”, al Ministro degli Esteri Giulio Terzi. Il Capo dello Stato ha rivolto il suo saluto augurale al Sottosegretario Marta Dassù, promotrice dell’evento, e a tutti partecipanti.
Terzi, aprendo i lavori, ha sottolineato che “l’inclusione delle donne è necessaria non solo all’avanzamento in senso più liberale e democratico della società, ma anche alla sua sicurezza”. “I processi decisionali in cui la componente femminile è assente o marginalizzata perdono legittimità politica perché trascurano sensibilità, esperienze e prospettive di una parte essenziale della società, che si priva di energie vitali alla sua riconciliazione, stabilità e coesione”, ha aggiunto Terzi, spiegando che il nostro obiettivo “è di accrescere la consapevolezza di una maggiore partecipazione femminile alla governance mondiale, a partire dalla diplomazia, e promuovere la formazione delle donne”.
Connessione tra diritti delle donne e stabilità
La tutela delle donne va rimarcata anche e soprattutto in riferimento alla primavere arabe. “La stretta connessione tra diritti delle donne e stabilità, inclusione e ricostruzione è la bussola con cui orienteremo il nostro sostegno ai processi di transizione”, ha detto Terzi. “Ci attendiamo – ha aggiunto – che le nuove leadership arabe rispettino i diritti delle donne nelle Costituzioni, nella vita politica e sociale” perché le donne “sono state protagoniste della primavera araba”, scendendo in piazza e partecipando “in massa” alle prime consultazioni elettorali.
E con le primavere arabe “è caduto il muro della paura, per gli uomini ma anche per le donne”, ha detto il Vice Presidente del Senato Emma Bonino, dicendosi “fiduciosa” per i cambiamenti in atto a livello politico e sociale nei paesi della sponda sud del Mediterraneo e noi “abbiamo un dovere di aiuto e di sostegno. Ci saranno periodi neri e periodi di ritorno, ci siamo passati con la nostra storia, però l’ultima cosa che possiamo fare è sederci in riva al fiume e aspettare che passi il cadavere. Ci sono molte cose invece che possiamo e dobbiamo fare. Con e per loro”.
Le politiche di conciliazione devono essere un fatto
”La diplomazia basata solo sul genere maschile è uno spreco di risorse”, ha sottolineato il Ministro del Lavoro Elsa Fornero, ricordando che le donne sono adatte alla carriera diplomatica e per certi versi ”più adatte degli uomini”, in quanto sono ”più pazienti, quindi migliori negoziatori, sono inclini a vedere il punto di vista degli altri e sono più lungimiranti”. Per Fornero la domanda da porsi è ”come organizzare la società per sfruttare l’apporto delle donne” e ”le politiche di conciliazione, ossia come conciliare la carriera con la vita familiare, devono essere un fatto ed una caratteristica normale della società, che devono riguardare sia gli uomini che le donne”.