Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato il prolungamento della missione degli osservatori Onu in Siria per trenta giorni. Il sì all’unanimità dei Quindici è arrivato dopo il doppio veto apposto giovedì da Russia e Cina su una risoluzione presentata dai paesi occidentali in cui si minacciavano sanzioni contro il regime nel caso di mancato rispetto del piano dell’inviato speciale Kofi Annan.
La risoluzione approvata prevede invece l’allungamento della missione Unsmis per un periodo finale di 30 giorni, tenendo in considerazione le raccomandazioni fornite dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon per riconfigurare la missione, e le implicazioni a livello operativo della situazione nel Paese, sempre più pericolosa.
Un ulteriore rinnovo del mandato avverrà solo se Ban Ki-moon e il Consiglio di Sicurezza confermeranno la cessazione dell’uso di armi pesanti sul territorio e una riduzione del livello di violenza che consenta ai membri di Unsmis di attuare il proprio lavoro. I Quindici chiedono a tutte le parti in Siria, e in primo luogo alle autorità di Damasco, di garantire la sicurezza degli osservatori Onu, oltre la loro libertà di accesso e movimento.
Incontro Terzi- Sieda (CNS): “Serve riunione urgente Amici popolo siriano”
La crisi siriana era stata al centro di un colloquio giovedì alla Farnesina tra il Ministro Giulio Terzi ed il Presidente del Consiglio nazionale siriano (Cns) Abdulbaset Sieda. Terzi, alla notizia del nuovo veto russo-cinese al Palazzo di Vetro, aveva suggerito la convocazione di una riunione urgente del gruppo ‘Amici del popolo siriano’ “per vedere come fare pressione ulteriore sul regime” e per “incoraggiare un sostegno veramente forte alle iniziative umanitarie che sono estremamente carenti”, visto che “il fondo di aiuto che era stato deciso in una delle precedenti riunioni ancora è privo di risorse ragionevoli”. L’intervento degli ‘Amici della Siria’ era stato sollecitato anche da Sieda, il quale aveva sottolineato che il regime “vive i suoi ultimi giorni e si gretola dall’interno” e assicurando poi che “nella Siria del futuro non ci sarà setta, gruppo o individuo che avrà paura”.