L’Africa è ad un bivio. Preoccupazioni e speranze si rincorrono in quello che non è più il «continente perduto». Nel nuovo secolo l’Africa ha fatto registrare progressi significativi.
Istruzione e sanità sono migliorate, in diverse società è cresciuto il ruolo delle donne, molti Paesi sono diventati più stabili e hanno sperimentato una crescita economica sostenuta. Negli stessi anni, tuttavia, è cresciuta la minaccia del terrorismo, alimentando la spirale del fallimento degli Stati; e la spinta migratoria si è impennata. La risposta al trend demografico sarà la cartina di tornasole del futuro globale del Continente e delle gigantesche sfide del suo sviluppo sostenibile: entro il 2050 la popolazione africana raddoppierà, raggiungendo i due miliardi e mezzo di persone. Costruire opportunità economiche per le nuove generazioni è la chiave per evitare rischi di instabilità sociale e di radicalizzazione.
Il bivio dell’Africa ci riguarda, oggi come non mai. Senza una stretta cooperazione con l’Africa, infatti, non è più possibile affrontare efficacemente questioni globali come terrorismo, flussi migratori, sicurezza energetica, traffici illeciti e cambiamenti climatici.
Per questo l’Italia ha scelto di scommettere sul futuro dell’Africa attraverso un investimento di lungo periodo sulla sostenibilità.
Anzitutto, la sostenibilità della sicurezza e della pace. In Africa si svolgono otto delle maggiori operazioni internazionali di peacekeeping. L’Italia è in prima fila per la stabilizzazione della Libia, della Somalia e del Corno d’Africa, anche attraverso un’intensa attività di formazione delle forze di sicurezza e di rafforzamento delle istituzioni africane.
In secondo luogo, la sostenibilità dello sviluppo economico. A fronte delle difficoltà dovute al ribasso dei prezzi delle materie prime, servono riforme strutturali per modernizzare l’agricoltura, gestire l’urbanizzazione, diversificare il sistema produttivo e incrementare il commercio intra-africano. In un Continente dove ancora oggi 600 milioni di persone non hanno accesso stabile all’energia elettrica, l’Italia ha un ruolo rilevante da giocare. Sulla scia dell’esperienza di Expo Milano, le nostre imprese potranno contribuire all’integrazione dell’agricoltura africana nelle catene globali del valore e favorire una «rivoluzione verde sostenibile». Così come sarà decisivo il ruolo della cooperazione italiana e delle migliaia di volontari che fanno vivere i progetti.
Infine, la sostenibilità dei flussi migratori. Tra il 2010 e il 2015 due milioni di africani sono arrivati in Europa, con un incremento del 10,3% rispetto al lustro precedente. Siamo di fronte ad un fenomeno globale che va affrontato con una strategia coerente. Ecco perché l’Italia è orgogliosa di essere impegnata da anni nel salvataggio di vite umane nel Mediterraneo. Ecco perché abbiamo proposto il «Migration Compact», la cui idea di fondo è creare una partnership di lungo periodo con l’Africa, anche attraverso forme innovative di sostegno e finanziamento, chiedendo in cambio ai Paesi africani un più efficace controllo delle frontiere e una maggiore cooperazione in materia di rimpatri.
Un nuovo patto sullo sviluppo sostenibile tra Europa e Africa, tra il «vecchio Continente» e il Continente dei giovani: ecco la sfida che il Governo italiano intende lanciare con la prima Conferenza Italia-Africa.