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Italia-Mozambico: “Una pace italiana”, Terzi ricorda i 20 anni del trattato per Maputo

“Una pace italiana”. Aprendo alla Farnesina la seconda giornata di celebrazioni per i vent’anni dell’accordo di pace che pose fine alla guerra civile in Mozambico, il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha ricordato la frase con cui l’allora segretario generale dell’Onu, Boutros Ghali, definì l’originalità della mediazione che mise insieme la diplomazia della Farnesina con quella della Comunità di Sant’Egidio. Dopo aver ripercorso le tappe dei 24 mesi di trattativa, Terzi ha sottolineato che “l’accordo del 1992 è una ‘lesson learned’ utile a risolvere altre situazioni di crisi in Africa, ma anche a evidenziare i ricchi dividendi della pace”. Una pace sulla quale allora nessuno avrebbe scommesso ma che si è concretizzata e resiste da vent’anni, riuscendo a trasformare un paese stremato in una realtà dinamica sotto il profilo economico e sociale con il quale l’Italia ha sviluppato “una nuova cultura della cooperazione” in una logica “non più di paese donatore-beneficiario ma di un vero partenariato su basi paritarie”. “La straordinaria forza di quel negoziato – ha spiegato il ministro – fu la capacità di affrontare la complessità dei fattori della crisi segnata da 15 anni di guerra civile” e “la propensione italiana a dialogare con tutti gli interlocutori fu una delle ragioni principali del successo”.


Una “linea” seguita in molte aree di crisi


La linea di azione seguita dall’Italia in Mozambico, ha spiegato Terzi è stata poi seguita anche “nei Balcani, in Libano e in molte aree di crisi”. Una analisi condivisa dal collega mozambicano Oldemiro Baloi secondo il quale “l’esperienza del Mozambico è un elemento di riferimento, una pietra miliare, un esempio eccellente di come si possono aiutare le popolazioni ad aiutare se stesse”. Il capo della diplomazia italiana ha ribadito più volte l’importanza della pace per la trasformazione del paese dell’Africa australe in un “partner paritario” con un’economia in continua crescita “che gestisce responsabilmente le scoperte di grandi risorse naturali”, riferendosi in particolare agli enormi giacimenti di gas appena scoperti da Eni e che porteranno in pochi anni il Mozambico a divenire uno dei grandi produttori mondiali di energia. Il cambio di passo che in questi vent’anni si è registrato nei rapporti tra i due paesi si è allargato anche a livello europeo.



La “joint Eu-Africa Strategy”


“Con l’adozione nel 2007 della ‘joint Eu-Africa Strategy’ – ha ricordato il titolare della Farnesina – le relazioni euro-africane hanno abbandonato l’approccio donatore-beneficiario per passare a un dialogo paritario”. E in questa prospettiva “l’Italia chiede ora all’Europa di dare un’attenzione speciale ai partner africani nell’ambito della Politica di vicinato”. Ma la pace ha dato al Mozambico anche altro. E da paese dipendente dall’aiuto di tutti si è trasformato in un attore regionale che contribuisce alla ricerca della sicurezza dell’area.



Contro pirateria regole marittime certe


A proposito di sicurezza, Terzi si è soffermato sul fenomeno della pirateria nell’Oceano Indiano e al largo del Canale del Mozambico. “Siamo tutti vittime della pirateria: paesi occidentali e africani. Servono allora regole marittime certe, universalmente riconosciute e rispettate da tutti i paesi per contrastare questa minaccia alla sicurezza globale’’.


TERZI: COOPERAZIONE PER LA CRESCITA, DA DONATORI A PARTNER


Il Mozambico è un ”esempio virtuoso del ruolo che l’attivita’ di cooperazione puo’ avere come componente essenziale della politica estera”, in particolare per la crescita di un Paese uscito da una lunga e sanguinosa guerra civile. E’ il bilancio che il ministro Giulio Terzi ha tracciato al termine di un incontro alla Farnesina con il collega mozambicano Oldemiro Baloi, in occasione delle celebrazioni per i vent’anni dell’accordo di pace mediato dall’Italia tra il governo mozambicano e la guerriglia di opposizione.


Filosofia di partenariato


Ricordando la missione a Maputo dello scorso maggio, Terzi ha ricordato il contributo dato dall’Italia alla crescita economica del Paese, anche dopo la firma dell’accordo di pace (Roma, 4 ottobre 1992) e, soprattutto, come sia cambiata ”la filosofia di cooperazione allo sviluppo”. Non si tratta piu’, ha spiegato il titolare della Farnesina, di essere un ”Paese donatore”, ma di seguire una ”filosofia di partenariato su basi paritarie”. Una analisi condivisa da Baloi, che ha sottolineato come ”tutto cio’ che e’ stato realizzato in questi anni non sarebbe stato possibile senza la pace” e senza il ”contributo dell’Italia alla diversificazione dell’economia, alla creazione di occupazione e quindi alla lotta alla poverta”’.


Il flusso medio annuo di aiuti italiani verso Maputo e’ stato di circa 30 milioni di euro, anche se negli ultimi anni le ristrettezze di bilancio hanno ridimensionato il volume dei contributi. Tuttavia, e’ stato comunque avviato il negoziato per il nuovo programma-Paese relativo al triennio 2013-2015, nell’ambito del quale l’Italia sosterra’ il bilancio del Mozambico con un contributo pari a 15 milioni di euro. Sono anche previsti aiuti a dono per 21 milioni di euro.


Crescita del 7% annuo


Il Mozambico e’ inoltre un potenziale fornitore di energia tra i piu’ importanti del mondo. Oggi la Farnesina ospita una country presentation del Paese dell’Africa australe che, come ha notato il ministro Terzi di fronte ai rappresentanti delle maggiori imprese italiane, e’ cresciuto negli ultimi dieci anni di oltre il 7% e puo’ raggiungere un picco del 10% nell’immediato futuro.


Un ruolo strategico sara’ giocato dallo sfruttamento degli enormi giacimenti di gas recentemente scoperti da Eni e stimati in 1974 miliardi di metri cubi. Il Cane a sei zampe ha gia’ programmato di investire 40-50 miliardi di euro con importanti ricadute sia in termini di sviluppo che di indotto. Ma c’e’ spazio per altro – dall’agroalimentare al turismo – grazie anche, come ha detto Baloi, alle ”garanzie di condizioni di investimento favorevoli” per le imprese straniere, Italia in prima fila.


Oltre 100 imprese alla Farnesina


A riprova della fiducia degli investitori italiani nel mercato mozambicano, la massiccia presenza oggi alla Farnesina dei rappresentati di oltre cento imprese. Non solo le aziende tradizionalmente presenti e che hanno creato le grandi infrastrutture del Paese, ma anche le piccole e medie imprese alle quali sia Terzi sia Baloi guardano con interesse e fiducia.


L’Italia, inoltre, puo’ contare su numeri significativi. Dal 2009 al 2011 l’interscambio e’ passato da 200 a 382 milioni di euro e le esportazioni, pari a 52 milioni di euro, sono cresciute del 117% negli ultimi tre anni. Ma non basta. Secondo Terzi, l’Italia puo’ fare di piu’ e ”vuole scalare tante posizioni rispetto all’attuale diciottesimo posto in cui e’ collocata nella classifica dei fornitori del Mozambico”.


”L’Africa – ha quindi sottolineato il ministro – ha assunto una dimensione centrale nella nostra politica estera” e ”l’ulteriore sviluppo delle relazioni dell’Italia con l’Africa e i suoi Paesi piu’ dinamici sono parte integrante e qualificante della diplomazia della crescita”.

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