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ONU – Ministeriale alla Farnesina Terzi: lavoriamo per Consiglio Sicurezza più aperto e democratico

L’Italia lavora da oltre due anni per un Consiglio di Sicurezza dell’Onu più aperto “a criteri di democraticità”, con spazi anche ai “paesi più piccoli”. Lo ha sottolineato il ministro Giulio Terzi al termine di una riunione ministeriale alla Farnesina sulla riforma del Consiglio di sicurezza, a cui hanno partecipato oltre 60 delegazioni.


Valorizzare dimensione regionale e spazio a Paesi più piccoli



La battaglia italiana, all’interno del movimento ‘Uniting for Consensus’ si basa su una “valorizzazione della dimensione regionale, con seggi a più lunga scadenza per alcune regioni, seggi ai quali possano accedere i paesi di una certa dimensione e responsabilità internazionale ma anche il riconoscimento ai diritti dei paesi più piccoli ad essere rappresentati in Consiglio con maggiore frequenza”, ha ricordato Terzi.


Dalla riunione odierna “sono emerse idee nuove”, come quella del ministro degli Esteri libico di poter promuovere panel di esperti di grandissima autorevolezza per preparare le discussioni in Consiglio su casi che rischiano di restare paralizzati, ha spiegato Terzi, riferendosi soprattutto alla crisi siriana, ricordando che al Palazzo di Vetro ancora non si è riusciti a prendere “misure per proteggere la popolazione e per fare interventi umanitari”.


Immobilismo comporta un costo politico


“L’Onu – ha ricordato Terzi – ha dimostrato di sapere agire con efficacia come garante di pace e stabilità”, come dimostrano gli esempi positivi delle missioni a Timor Est, Libano, Somalia e per ultima “la cornice di legalità” che ha permesso alla comunità internazionale di intervenire in Mali “per far fronte alla minaccia del terrorismo e del crimine organizzato”. Allo stesso tempo, ha aggiunto, “rileviamo con preoccupazione come l’immobilismo del Consiglio di Sicurezza di fronte alla drammaticità della crisi siriana e ai suoi tragici risvolti umanitari comporti un elevato costo politico per l’Organizzazione, in termini di credibilità e capacità di assolvere in maniera efficace al proprio mandato”.


Il ministro ha sottolineato che grazie all’Onu, a partire dal secondo dopoguerra sono stati compiuti “importanti progressi sul piano internazionale ed è stato definito un quadro normativo su questioni fondamentali” quali, ad esempio, la tutela dei diritti umani, l’affermazione dello stato di diritto e la promozione di uno sviluppo sostenibile. Ed è sempre grazie al lavoro compiuto in ambito ONU che “si è affermato un principio basilare del diritto umanitario”, quello della “responsabilità degli Stati e della comunità internazionale di proteggere le popolazioni civili” vittime di gravi, persistenti e sistematiche violazioni dei diritti umani.


Italia ha ruolo di primo piano su tutela Diritti Umani


L’Italia – ha aggiunto – ha sempre svolto un “ruolo di primo piano in questo impegno comune teso a fare prevalere i principi di umanità e di legalità: penso alla nostra azione su temi quali l’abolizione della pena di morte, la libertà religiosa o la creazione e il rafforzamento delle giurisdizioni internazionali, come dimostrato nel 1998 quando Roma ospitò la Conferenza istitutiva della Corte Penale Internazionale”.