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Gentiloni visita campo profughi a Erbil – Ai militari italiani, ‘fieri di voi’

“Mi auguro che l’Europa e l’Italia possano fare di più” per la crisi umanitaria “di cui il Kurdistan porta il peso più grande”. Lo ha detto il Ministro Paolo Gentiloni, visitando il campo profughi di Bahrka, a circa quaranta minuti da Erbil. Gestito dall’Unhcr insieme con le ong italiane di Intersos e Un Ponte Per, il campo ospita tremila persone scappate da Mossul dopo l’attacco dell’Isis. Nelle tende del campo Gentiloni ha incontrato gruppi di bambini che stavano facendo lezione. Il Ministro ha sottolineato come “in questo momento la preoccupazione più grande per le persone che vivono nel campo è l’avvicinarsi dell’inverno”, per questo, tramite la cooperazione italiana, “è necessario fare di più”, ha sottolineato Gentiloni.

Il saluto ai militari italiani

“C’è un grandissimo lavoro da fare. Stiamo combattendo una minaccia terroristica nuova, l’impegno italiano è molto apprezzato da chi è sul terreno, siamo molto fieri di voi”. Così il Ministro ha salutato i primi 34 militari italiani arrivati nel campo di Erbil in Kurdistan per addestrare i Peshmerga. Al momento i militari italiani in Kurdistan sono ospitati in un campo dell’esercito americano. Una parte dei 34 soldati, tra cui ci sono anche tre donne, ha già cominciato l’addestramento delle forze curde. A gennaio arriveranno nel campo di Erbil altri 200 militari italiani mentre 80 saranno dispiegati a Baghdad. “La nostra missione – ha detto Gentiloni – accanto agli obiettivi di addestramento ha anche quelli umanitari per i quali siamo apprezzati nel mondo”.

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