Quest’anno la Giornata europea dei Giusti, in cui si rende omaggio a tutti coloro che si sono battuti e si battono contro i genocidi e in difesa della dignita’ umana, e’ un po’ piu’ speciale. Per la prima volta, infatti, e’ stato celebrato anche un ambasciatore: e’ Emilio Barbarani, che guido’ la nostra sede diplomatica a Santiago del Cile negli anni’70. A Benevento, gli studenti del Liceo Scientifico “Rummo” gli hanno dedicato un albero nel cortile della scuola in occasione della Giornata. “A meta’ degli anni Settanta – si legge nelle parole dei ragazzi – dopo il golpe di Augusto Pinochet, per mesi l’ambasciata italiana di Santiago del Cile divenne il rifugio per centinaia di oppositori che rischiavano la vita. A gestire la difficile situazione fu Emilio Barbarani, allora console, che organizzo’ la fuga all’estero di circa 750 persone, tra militanti politici di sinistra, sostenitori del governo Allende, uomini, donne e bambini che volevano solo allontanarsi dal clima di terrore instauratosi in quel periodo.
Un albero nel cortile della scuola in occasione della Giornata
Emilio Barbarani opero’ per il solo ed unico scopo di aiutare il prossimo, sapendo che ogni minimo errore avrebbe compromesso non solo la vita dei rifugiati, ma anche la propria. Dunque chi piu’ di un uomo che ha messo il suo lavoro e la sua vita a disposizione del bene, merita di essere ricordato tra i Giusti?”. Barbarani arrivo’ a Santiago un mese dopo l’omicidio di Lumi Videla. La sua era una missione senza copertura (l’Italia non aveva riconosciuto il governo Pinochet) per dare man forte all’ambasciatore Tomaso de Vergottini, a sua volta tollerato dalla giunta dei generali come “diplomatico italiano in transito”. “Ne’ l’ambasciatore, ne’ io avevamo ricevuto da Roma esplicita indicazione scritta di fare cio’ che facevamo, salvo generica indicazione di porre in atto ogni sforzo a difesa dei perseguitati politici del regime militare”, scrive Barbarani nelle sue memorie. Il giovane diplomatico, che deve gestire anche l’inchiesta sul misterioso omicidio Lumi Videla, si chiude per due anni in ambasciata tessendo una silenziosa ma efficace rete di assistenza e protezione che riuscira’ a salvare centinaia di vite.