La preparazione del Curriculum Vitae secondo gli standard britannici, i colloqui di lavoro con gli esperti di risorse umane locali e come destreggiarsi tra le norme del mercato del lavoro inglese. Sono questi i temi centrali del nuovo appuntamento di “Primo Approdo”, che il 3 dicembre presso il consolato generale italiano a Londra. L’iniziativa, nata su impulso del nostro ambasciatore in Gran Bretagna Pasquale Terracciano, intende fornire indicazioni generiche di orientamento agli italiani di recente immigrazione in Inghilterra e nel Galles attraverso seminari tematici ospitati nel Consolato. Gli incontri, della durata di circa un’ora, si tengono con cadenza mensile vertono su temi specifici: legale, fiscale, medico, accademico. I giovani connazionali potranno cosi’ incontrare esperti italiani del settore, che forniranno indicazioni di orientamento e illustreranno l’esperienza maturata nel proprio ambito professionale in Inghilterra/Galles. Funzionari del Consolato saranno inoltre a disposizione per eventuali informazioni sui servizi consolari.
“Primo approdo”
Al termine dell’incontro di orientamento in Consolato vengono solitamente devoluti 15-20 minuti ai possibili quesiti a carattere generale. Il progetto, peraltro, e’ dedicato a Joele Leotta, il giovane connazionale vittima di omicidio nel Kent il 20 ottobre 2013, ed e’ accompagnato dalla pubblicazione di un Manuale di orientamento edito dal Consolato generale d’Italia a Londra. Il concetto da cui si e’ partiti e’ che sono sempre piu’ numerosi i giovani italiani che si trasferiscono in Inghilterra e nel Galles, specialmente a Londra, per effettuare un’esperienza professionale linguistico-lavorativa o alla ricerca di nuove opportunita’ di impiego. Spesso questi giovani arrivano nel Paese senza una conoscenza della realta’ locale, e talvolta in assenza di una solida preparazione linguistica. Allo stesso tempo, puo’ succedere che non riescano a districarsi nell’enorme mole di informazioni su internet, non sempre affidabili, e si trovino a subire truffe e raggiri. Vi e’ poi un buon numero di giovani qualificati che desiderano far fruttare al meglio la propria formazione accademica e che pur tuttavia si trovano impreparati dinanzi al mondo della ricerca o del lavoro britannici.