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La Valletta – Arte e restauro, focus sull’Opificio delle pietre dure di Firenze

“La Decollazione di San Giovanni Battista” (1608), conservata nella Concattedrale di San Giovanni a La Valletta, è l’opera maggiore del periodo maltese di Caravaggio: venti anni fa, il restauro fu curato dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, il cui soprintendente Marco Ciatti sarà ospite giovedì 18 febbraio (18.30) dell’Istituto italiano di cultura della capitale maltese. In occasione del ventennale dell’importante restauro, la conferenza illustrerà le numerose attività dell’Istituto centrale del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (il nome attuale assunto dall’Opificio) e attraverso le immagini degli ambienti e delle opere offrirà al pubblico una vera e propria visita virtuale.

“La Decollazione di San Giovanni Battista” (1608)

L’ex Opificio è la più antica istituzione europea per la conservazione delle opere d’arte. I suoi settori di attività sono tre: l’operatività con i propri laboratori di restauro e i cantieri su tutto il territorio nazionale, la ricerca applicata al restauro e la formazione con una delle tre scuole del Mibact, il cui diploma è oggi equiparato alla Laurea magistrale. L’Istituto ha origini composite, frutto di una antica e illustre tradizione e di una moderna e articolata attività. Nato per volere di Ferdinando I de’ Medici, come manifattura per la lavorazione di arredi in pietre dure, l’Opificio ha trasformato la sua attività negli ultimi decenni del secolo XIX in attività di restauro, prima dei materiali prodotti durante la sua plurisecolare storia, per poi ampliare la propria competenza verso materiali affini. Marco Ciatti è in servizio presso l’Opificio dal 1984 e soprintendente dal 2012.

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