Apre il 16 settembre (fino al 22 ottobre) al Multimedia Art Museum di Mosca la mostra delle fotografie di Mario Giacomelli “Mario Giacomelli. La poetica del paesaggio”, curata da Carlo Emanuele Bugatti. All’inaugurazione della mostra, giovedi’ 14 settembre, saranno presenti Maurizio Mangialardi, Sindaco di Senigallia, Katiuscia Biondi Giacomelli, responsabile dell’Archivio Mario Giacomelli di Sassoferrato, Olga Strada, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Mosca. Il Mamm, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Mosca, il governo di Mosca, il Dipartimento Culturale della Citta’ di Mosca, il Comune di Senigallia, il Musinf e gli Archivi Mario Giacomelli di Senigallia e Sassoferrato, e con il sostegno di UniCredit Bank, presenta una selezione di oltre 120 fotografie originali del celebre fotografo italiano (1925 – 2000), che ottenne un riconoscimento internazionale fin dagli anni 60. I sui lavori si trovano nelle collezioni dei piu’ importanti musei del mondo e le sue fotografie sono nel corpus della esposizione permanente del Moma di New York.
Mario Giacomelli nasce a Senigallia nel 1925. La strada verso la notorieta’ gli e’ aperta dalla vittoria al prestigioso Concorso Nazionale di Castelfranco Veneto nel 1955. Qui Paolo Monti, della giuria, denomina Giacomelli “l’uomo nuovo della Fotografia”. Da quel momento in poi i suoi lavori cominceranno ad essere pubblicati nelle riviste italiane di fotografia quali “Ferrania” e “Rivista fotografica italiana”. “Non mi interessa tanto documentare quello che accade, quanto passare dentro a quello che accade”, afferma Giacomelli. “Io credo nell’astrattismo, per me l’astrazione e’ un modo per avvicinarsi ancora di piu’ alla realta’. Lo sfocato, il mosso, la grana, il bianco mangiato, il nero chiuso sono come esplosioni del pensiero che da’ durata all’immagine, perche’ si spiritualizzi in armonia con la materia, con la realta’, per documentare l’interiorita’, il dramma della vita”. Il successo e la fama non hanno modificato lo stile di vita di Mario Giacomelli che, fino alla fine dei suoi giorni, rimase fedele alla sua terra, vivendo fianco fianco ai protagonisti dei suoi fotoracconti. Attraverso la narrazione della loro storia Giacomelli ha rivelato anche la propria: “Ogni immagine e’ il ritratto mio, come se avessi fotografato me stesso”, confessava Giacomelli.