Si svolge a Roma, presso il Grand Hotel Parco dei Principi, l’edizione 2018 della Conferenza dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) contro il terrorismo. L’evento, dedicato al tema “The Reverse Flow of Foreign Terrorist Fighters (FTFs): Challenges for the Osce Area and Beyond”, è promosso dalla presidenza italiana dell’OSCE e vede la presenza dei rappresentanti dei 57 Stati partecipanti all’organizzazione.
La sessione di apertura vede l’intervento dell’ambasciatore Vinicio Mati, coordinatore della presidenza italiana OSCE per il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, e del direttore dell’Ufficio del segretariato generale OSCE, Paul Bekkers.
Il ritorno dei combattenti stranieri in Europa, dopo la sconfitta militare di Daesh in Iraq e Siria, è un rischio reale: è dunque una priorità per la Presidenza italiana dell’OSCE mettere in atto tutte le misure di contrasto possibili. ”La gestione del ritorno dei combattenti, dei loro fiancheggiatori e delle loro famiglie rappresenta una potenziale emergenza per tutta l’area Osce” ha dichiarato l’ambasciatore Vinicio Mati, coordinatore per la Presidenza italiana. È anche importante, secondo Mati, porre attenzione al pericolo rappresentato da quei combattenti che ”invece di cercare di rientrare nei luoghi di origine tentano di spostarsi in altri Stati, col fine di compiervi degli attentati o di fare nuovi proseliti”. ”Fondamentale, per prevenire questo fenomeno, è potenziare lo scambio di informazioni e potenziare i sistemi di riconoscimento e identificazione dei passeggeri aerei e di quanti attraversano le frontiere tra Stati”.
Le conclusioni della conferenza sono affidate ad Alessandro Cortese, vicedirettore generale per gli Affari politici e la sicurezza della Farnesina, e a Rasa Ostrauskaite, coordinatore dell’Osce per le Minacce transnazionali.