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La Convenzione UNIDROIT del 1995, venti anni dopo la sua adozione: il Mediterraneo quale banco di prova

Nell’ambito delle celebrazioni per i 60 anni dell’Italia alle Nazioni Unite, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Seconda Università degli Studi di Napoli hanno organizzato, insieme a UNIDROIT e alla SIOI, un convegno sulla Convenzione UNIDROIT sui beni culturali rubati o illecitamente esportati, a 20 anni dalla sua firma.

L’evento ha messo in luce il ruolo svolto dalla Convenzione UNIDROIT dal 1995 ad oggi e mira a valutare il contributo globale al mantenimento della pace e ai processi di peace-building, focalizzandosi sull’area del Mediterraneo e del Medio Oriente.

Obiettivo del convegno è evidenziare come la normativa internazionale in materia di beni culturali costituisca uno degli strumenti per rinsaldare la coesione interna, attraverso il mantenimento del patrimonio culturale nazionale, al fine di garantire una maggiore stabilità nelle aree geografiche particolarmente critiche.

L’Italia, da sempre in prima fila nell’azione internazionale per la protezione del patrimonio storico, artistico e culturale, a seguito dei recenti e ripetuti attacchi contro il patrimonio culturale in Iraq, Libia e Siria, ha presentato al Consiglio Esecutivo UNESCO la Decisione sul ruolo della cultura nelle aree di crisi, adottata il 21 aprile 2015.

Hanno partecipato esperti di diritto internazionale, di archeologia e di beni culturali nonché esponenti di tutti quegli enti, interni ed internazionali, che sono impegnati in prima linea nella preservazione del patrimonio dell’intera umanità da trasmettere alle generazioni future.