The following statement was released by United States Secretary of State Antony J. Blinken, French Foreign Minister Jean-Yves Le Drian, German Foreign Minister Heiko Maas, Italian Foreign Minister Luigi Di Maio and UK Foreign Secretary Dominic Raab on the occasion of the 10-year anniversary of the Syrian uprising:
Today marks ten years since the Syrian people peacefully took to the streets calling for reform. The Assad regime’s response has been one of appalling violence. President Assad and his backers bear responsibility for the years of war and human suffering that followed. We praise the brave individuals and organisations who over the last ten years have exposed the truth from Syria, documented and pursued abuses, mass atrocities and grave violations of international law to hold the perpetrators accountable and delivered vital assistance to communities. That work remains essential.
After years of conflict, widespread corruption, and economic mismanagement, the Syrian economy is broken. More than half of the population, nearly 13 million Syrians depend upon humanitarian assistance. The millions of Syrian refugees, hosted generously by Syria’s neighbours, Turkey, Jordan, Lebanon, Iraq and Egypt as well as those internally displaced cannot yet return home without fear of violence, arbitrary arrest, and torture. Continued conflict has also led to space for terrorists, particularly Daesh, to exploit. Preventing Daesh’s resurgence remains a priority.
It is imperative the regime and its supporters engage seriously in the political process and allow humanitarian assistance to reach communities in need. The proposed Syrian Presidential election this year will neither be free nor fair, nor should it lead to any measure of international normalization with the Syrian regime. Any political process needs the participation of all Syrians, including the diaspora and the displaced, to enable all voices to be heard.
We, the Foreign Ministers of France, Germany, Italy, the United Kingdom and the United States, will not abandon the Syrian people. Our nations commit to reinvigorating the pursuit of a peaceful solution which protects the rights and future prosperity of all Syrians, based on UN Security Council Resolution 2254. Impunity is unacceptable and we will firmly continue to press for accountability for the most serious crimes. We will continue to support the important role of the Commission of Inquiry and the International, Impartial and Independent Mechanism. We welcome the ongoing efforts by national courts to investigate and prosecute crimes within their jurisdiction committed in Syria. We will not tolerate Syria’s non-compliance with the Chemical Weapons Convention and fully support the work of the OPCW in this regard. We will continue to strongly call for a nationwide ceasefire, unhindered aid access through all possible routes to those in need, including through the renewal of UN Security Council Resolution 2533 and the cross-border mechanism by the UN Security Council, as well as the release of those arbitrarily detained, and free and fair elections under UN auspices with all Syrians participating, including members of the diaspora. To that end we reiterate our firm support for UN Special Envoy for Syria, Geir Pedersen’s efforts to deliver all aspects of UN Security Council Resolution 2254 as the only way to resolve this conflict. Clear progress towards an inclusive political process and an end to the repression of the Syrian people is essential. We cannot allow this tragedy to last another decade.
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TRADUZIONE DI CORTESIA
Dichiarazione congiunta del Segretario di Stato degli Stati Uniti, del Segretario di Stato per gli Affari Esteri del Regno Unito e dei Ministri degli Affari Esteri di Francia, Germania e Italia
La seguente dichiarazione è stata rilasciata dal Segretario di Stato degli Stati Uniti Antony J. Blinken, dal Ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, dal Ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, dal Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio e dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri britannico Dominic Raab in occasione del Decimo anniversario della rivolta siriana.
La giornata odierna segna dieci anni da quando il popolo siriano scese pacificamente in piazza chiedendo riforme. La risposta del regime di Assad è stata spaventosamente violenta. Il presidente Assad ei suoi sostenitori devono assumersi la responsabilità per gli anni di guerra e le sofferenze umane che ne seguirono.
Lodiamo le persone e le organizzazioni coraggiose che negli ultimi dieci anni hanno rivelato la verità dalla Siria, documentato e perseguito abusi, atrocità di massa e gravi violazioni del diritto internazionale per individuare la responsabilità degli autori e fornire assistenza vitale alle comunità. Quel lavoro resta essenziale.
Dopo anni di conflitto, corruzione diffusa e pessima gestione economica, l’economia siriana è a pezzi. Più della metà della popolazione, quasi 13 milioni di siriani, dipendono dall’assistenza umanitaria. I milioni di rifugiati siriani, generosamente accolti dai Paesi vicini della Siria, vale a dire Turchia, Giordania, Libano, Iraq ed Egitto, nonché gli sfollati interni non possono ancora tornare a casa senza timore di violenze, arresti arbitrari e torture. Il continuo conflitto ha anche creato spazio da sfruttare per i terroristi, in particolare il Daesh. Prevenire la rinascita del Daesh rimane una priorità.
È imperativo che il regime e i suoi sostenitori si impegnino seriamente nel processo politico e consentano agli aiuti umanitari di raggiungere le comunità bisognose. Le elezioni presidenziali siriane proposte quest’anno non saranno né libere né eque, né porteranno a misure di normalizzazione internazionale con il regime siriano. Qualsiasi processo politico richiede la partecipazione di tutti i siriani, ivi compresi la diaspora e gli sfollati, per consentire a tutte le voci di essere ascoltate.
Noi, Ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti, non abbandoneremo il popolo siriano. Le nostre Nazioni si impegnano a rafforzare la ricerca di una soluzione pacifica sulla base della risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che protegga i diritti e la prosperità futura di tutti i siriani. L’impunità è inaccettabile e continueremo con fermezza a perseguire le responsabilità per i crimini più gravi. Continueremo a sostenere l’importante ruolo della Commissione d’inchiesta e il Meccanismo internazionale, imparziale e indipendente.
Accogliamo con favore gli sforzi dei tribunali nazionali per indagare e perseguire, nell’ambito della loro giurisdizione, i crimini commessi in Siria. Non tollereremo il mancato rispetto della Convenzione sulle armi chimiche da parte della Siria e sosterremo appieno il lavoro dell’OPCW [Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche] a tale riguardo. Continueremo a chiedere con forza il cessate il fuoco a livello nazionale, il libero accesso agli aiuti per chiunque ne abbia bisogno tramite tutte le vie possibili, anche tramite il rinnovo della risoluzione 2533 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e del meccanismo transfrontaliero dello stesso Consiglio di Sicurezza, nonché il rilascio di tutti quelli che sono arbitrariamente detenuti, ed elezioni libere ed eque sotto gli auspici delle Nazioni Unite con la partecipazione di tutti i siriani, ivi compresi i membri della diaspora. A tal fine ribadiamo il nostro fermo sostegno all’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, e ai suoi sforzi per realizzare tutti gli impegni della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite quale unico modo per risolvere questo conflitto.
È essenziale che vengano compiuti progressi chiari verso un processo politico inclusivo e si ponga fine alla repressione del popolo siriano. Non possiamo permettere che questa tragedia duri un altro decennio.