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I programmi Turandot e Marco Polo

Dal 2009 a oggi il numero degli studenti cinesi che partecipano ai programmi Marco Polo e Turandot è raddoppiato, passando da 1.099 a 2.178. E’ quanto è emerso al Convegno su questi due programmi governativi, nati per rafforzare la cooperazione scientifica tra Italia e Asia e incrementare il numero degli studenti cinesi in Italia, svoltosi il 15 dicembre alla Farnesina. Organizzato da Uni-Italia con l’appoggio del Ministero degli esteri e rivolto alle istituzioni universitarie, AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale) e agli enti di formazione linguistica, è stato l’occasione per fare il punto anche sulle criticità, le buone pratiche e i margini di miglioramento.

   Il Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese Vincenzo  De Luca  si è complimentato per il lavoro compiuto da Uni-Italia nel favorire la promozione dell’internazionalizzazione del sistema formativo superiore italiano ricordando che la Cina è uno dei Paesi di primaria importanza per il sistema Italia. Il Ministero dell’Istruzione e l’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese, che ha partecipato per la prima volta con la professoressa Junhong Hu del’ufficio istruzione, hanno concordato sull’importanza di questo convegno come momento di confronto tra gli attori in gioco.

    Per il Segretario generale di Uni-Italia Alberto Ortolani tali programmi hanno contribuito in modo determinante all’internazionalizzazione del sistema formativo italiano. Il principale problema evidenziato unanimemente dal convegno è una formazione linguistica degli studenti non adeguata. In un messaggio l’Ambasciatore d’Italia a Pechino Sequi ha sottolineato l’importanza dei programmi Marco Polo e Turandot come strumento di attrazione degli studenti cinesi in Italia. Tra gli altri partecipanti, la dottoressa Paola Castellucci, per la Direzione Generale per lo Studente, lo Sviluppo e l’Internazionalizzazione del Ministero dell’Istruzione, la dottoressa Cinthia Petralito, per la Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere del Ministero dell’Interno. Al convegno erano presenti oltre 100 rappresentanti delle università, dell’AFAM e di  scuole di lingua.

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