Ricercatori, dottorandi e giovani esperti dei Paesi del Mediterraneo si sono confronti oggi alla Farnesina sui temi cruciali che riguardano l’area: dalla crisi economica ai conflitti, dalla disoccupazione alle disuguaglianze, non dimenticando l’ambiente, i cambiamenti climatici e le energie alternative. La conferenza “Youth Potential in the Mediterranean – Unlocking Opportunities, Overcoming Challenges”, organizzata dal ministero degli Esteri, con l’Istituto di affari internazionali in collaborazione con la Compagnia San Paolo di Torino, il German Marshall fund of United States, sotto il patronato della presidenza italiana dell’Osce, è la seconda edizione di ‘New-med, la rete di ricercatori e studiosi che analizzano e avanzano progetti per il Mediterraneo.
I giovani tra i 15 e i 29 anni sono il gruppo demografico più numeroso in Medio Oriente e nel Nord Africa e quello che si espande più rapidamente, la conferenza ha dunque ha approfondito proprio le sfide che le varie contingenze politiche ed economiche pongono a questa fascia di popolazione.
In questo periodo di instabilità e di crisi “abbiamo bisogno di un’agenda positiva per i giovani. La presidenza italiana dell’Osce vuole contrastare la narrativa negativa puntando sulla loro forza e sul loro potenziale”, ha detto in apertura Vinicio Mati, coordinatore della presidenza italiana dell’ Osce per il ministero degli esteri, sottolineando che la maggiore attenzione al dialogo e alla cooperazione nel Mediterraneo è una delle priorità della Presidenza italiana. A prendere il testimone dell’Italia alla testa del gruppo di contatto dell’Osce per il Mediterraneo è stata la Slovacchia, rappresentata alla conferenza da Lubica Bindova, che ha illustrato le due riunioni organizzate a Vienna a marzo ed oggi sulla sicurezza energetica e l’acqua nella regione. Altri tre incontri del gruppo di contatto si concentreranno da qui a dicembre sulla cybersicurezza, sulla radicalizzazione e sulle riforme. Inoltre nell’ultima settimana di ottobre si terrà a Malaga l’annuale conferenza sul Mediterraneo.
Tra le maggiori difficoltà che gravano sui giovani della regione, emerse dalle quattro sessioni che sono seguite con il contributo di otto giovani studiosi , certamente quelle derivanti dagli alti tassi disoccupazione, dalla mancanza di alloggi accessibili e dalla distanza che spesso esiste tra i titoli di studio conseguiti e le prospettive di occupazione. Senza contare che la spinta dei giovani verso nuove forme di attivismo civico per chiedere maggiore libertà e opportunità, dopo la frustrazione per il tramonto delle primavere arabe, li espone a gravi rischi personali. ”La seconda edizione di New-Med – ha spiegato Armando Barucco, capo Dipartimento analisi e programmazione della Farnesina – ha dimostrato la grande importanza di ascoltare la voce di questi Paesi, e soprattutto dei giovani che da qui provengono, in particolare su temi come la disoccupazione giovanile, le disuguaglianze ma anche la crisi e i conflitti”. ”Le idee che arrivano da questi giovani ricercatori, dottorandi, studiosi – prosegue Barucco – dimostrano grande maturità, sono realistiche, programmatiche e proiettate verso il futuro ma sempre nell’obiettivo di rafforzare le istituzioni locali e la società”.