Signor Presidente,
desidero esprimerle il più cordiale benvenuto alla Farnesina, a nome anche dei Sottosegretari di Stato, del Segretario Generale, degli Ambasciatori, dei Direttori Generali e di tutto il personale di questa Amministrazione in servizio all’estero e in Italia.
Vorrei ringraziare i membri di Governo che hanno partecipato alle varie sessioni di questa IX Conferenza degli Ambasciatori: i Ministri Mario Catania, Corrado Clini e Andrea Riccardi, che hanno preso parte alla prima sessione dedicata alla governance globale; i Ministri Enzo Moavero Milanesi e Corrado Passera, che hanno approfondito i temi della competitività dell’economia; il Ministro Giampaolo Di Paola, che ha discusso con gli Ambasciatori di sicurezza e legalità; e il Ministro Lorenzo Ornaghi e il Sottosegretario Marco Rossi Doria che hanno partecipato alla sessione su cultura e sapere.
A conclusione di un mandato di governo che ha rappresentato, per giudizio diffuso, una stagione di successo per la politica estera, europea, atlantica e mediterranea del nostro Paese, mi permetta, signor Presidente, di sottolineare quelli che considero due caratteri essenziali della diplomazia italiana: coerenza e professionalità.
Coerenza, perché la nostra diplomazia attua una politica estera saldamente incardinata su fondamentali riferimenti europei ed atlantici, su valori di libertà, dignità dell’uomo. Proprio ieri abbiamo accolto con grande soddisfazione la notizia delle due risoluzioni adottate dalle Nazioni Unite, a conclusione di una instancabile campagna condotta da tutti i nostri Ambasciatori, Mi riferisco alla nuova risoluzione per una moratoria sulla pena di morte e alla prima risoluzione in assoluto contro la terribile pratica delle mutilazioni genitali femminili.
La coerenza di cui parlo è quella che, da Lei posta – Signor Presidente – a principio cardine della Sua intera attività di Governo, guida le nostre iniziative e adatta le nostre risposte alle situazioni più complesse, come quelle che si sono determinate con la crisi siriana e le rivoluzioni della Primavera Araba. La politica estera è e deve continuare ad essere un punto centrale per la credibilità internazionale di un grande Paese come il nostro. Lo deve essere nei suoi contenuti valoriali, nelle posizioni concordate a livello parlamentare, e dibattute da studiosi e specialisti di relazioni internazionali: solo un radicamento democratico e maturo ha consentito al nostro Paese di operare scelte fondamentali di campo, tra Alleanza Atlantica e Patto di Varsavia, tra integrazione europea e derive nazionaliste o localiste, tra l’esigenza di intervenire anche militarmente per esigenze umanitarie e la scelta di stare alla finestra. Dagli anni Settanta, è sempre stato questo lo sfondo di una politica estera veramente condivisa.
Nella mia ultima audizione in Parlamento ho insistito – a nome del Governo – affinché essa continui a configurare una piattaforma di sostanziale consenso. Se crisi, o quanto meno incognite, si addensano dentro e fuori dai confini europei, nel prossimo futuro questa piattaforma condivisa sarà ancora più essenziale per il Paese.
Il secondo carattere della diplomazia italiana che vorrei sottolineare è quello della professionalità; una professionalità il cui percorso formativo si apre con un impegnativo concorso pubblico, si sviluppa attraverso forme di progressiva specializzazione e si consolida nell’esperienza sul terreno. Anche per il concorso diplomatico, mi sembra un segnale forte che quest’anno la metà quasi dei vincitori sia stata di donne. E ben quattro donne figurano ai primi cinque posti. Va però inteso che nella definizione di professionalità entra, per un diplomatico, una componente fondamentale di etica del servizio per lo Stato e per il Paese. In questo senso, i diplomatici italiani vedono se stessi, e desiderano restare, strumento di una politica estera condivisa dalle forze politiche, nell’affermazione dell’interesse nazionale.
Signor Presidente,
Sono stati questi, per gli Ambasciatori presenti, due giorni d’intenso lavoro sui temi della crescita. Non soltanto in termini economici; anche sul piano della credibilità, dello spessore culturale e della stabilità sociale dell’Italia.
Esattamente un anno fa, l’Ottava Conferenza degli Ambasciatori si è svolta in un contesto critico, con preoccupazioni diffuse sul futuro stesso dell’eurozona e dell’economia italiana.
In quell’occasione si constatò come si imponesse un percorso di grande rigore. Ci interrogammo sull’apporto che la politica estera italiana avrebbe potuto assicurare ad una strategia di superamento della crisi. Ci impegnammo a renderela Farnesinaun punto di riferimento per le politiche di crescita. Un’Amministrazione, cioè, capace di sostenere più attivamente il processo di internazionalizzazione del nostro sistema economico. Grazie al Suo costante sostegno, Presidente, e grazie all’incondizionato impegno degli Ambasciatori e di tutto il personale della Farnesina, ritengo che siano stati fatti passi avanti significativi in tale direzione.
Lei, Signor Presidente, ha voluto dare precisi impulsi attraverso l’intenso programma di missioni che L’ha portata in Paesi cruciali per la presenza delle nostre aziende e per i reciproci flussi di investimento: nel Mediterraneo, in Asia, in Medio Oriente, nel Golfo e in America.
Lei ha potuto constatare l’azione delle sedi all’estero e di un personale animato da spirito di servizio e da un profondo senso dello Stato.
A conclusione di questa Conferenza degli Ambasciatori, mi sia consentito ringraziare, se posso anche a Suo nome, tutte le donne e gli uomini della Farnesina, per i risultati che abbiamo conseguito, pur con risorse molto scarse e di fronte a sfide sempre più impegnative.
Abbiamo sostenuto in ogni modo possibile le nostre imprese. Nelle mie missioni all’estero e nelle country presentations in Italia sono state coinvolte più di 500 aziende italiane. Abbiamo deliberato, conla Cabina di Regia, una programmazione integrata con obiettivi triennali. La Conferenza è stata densa di contenuti, dibattiti e approfondimenti tematici. Vi sono state quattro sessioni plenarie con i colleghi di Governo.
I gruppi di lavoro hanno analizzato le aree geografiche prioritarie e le iniziative a livello multilaterale e globale. Con il Vice Presidente Tajani, con il Presidente Squinzi e altri autorevoli esponenti del mondo imprenditoriale abbiamo discusso il tema fondamentale della competitività.
Signor Presidente, sono particolarmente lieto d’invitarla a prendere la parola.