Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.

Preferenze cookies

Discorso dell’On. Ministro per l’incontro con i produttori di Prosecco – iniziativa “La Farnesina incontra le imprese”

Follina, 2 maggio 2017

(fa fede solo il testo pronunciato)

 

Sindaco Collet (Sindaco di Follina),

Presidente Nardi (Presidente del Consorzio Tutela Conegliano Valdobbiadene),

Presidente Serena (Presidente del Consorzio Asolo Prosecco Superiore Docg),

Presidente Zanette (Presidente del Consorzio Prosecco Doc),

Cari produttori,

Sono molto felice di essere qui con voi oggi. La mia visita fa parte di un programma che mi sta portando in tutta l’Italia, dal Nord al Sud, che abbiamo chiamato “La Farnesina incontra le Imprese”.

Questa mattina sono stato a Padova e Treviso, dove ho incontrato molti imprenditori veneti che – come voi – fanno crescere l’Italia e ci rappresentano in tutto il mondo.

Il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene è uno dei simboli della capacità di fare impresa dei veneti, ma anche una storia italiana di successo nel mondo.

Nel 2016, grazie ad una sorprendente crescita del fatturato e dell’export, il distretto di Conegliano-Valdobbiadene è risultato il primo tra i 149 distretti industriali d’Italia.

Dietro questi risultati c’è la vostra capacità di coniugare tradizione e innovazione, promozione del territorio e proiezione sui mercati globali.

I numeri del Prosecco sono strabilianti: una produzione di oltre 500 milioni di bottiglie, più di 2,5 miliardi di giro d’affari, 13.500 produttori, 1.380 cantine vinificatrici e 300 imbottigliatori.

Questi ottimi risultati non devono però farci perdere di vista le sfide che le vostre aziende devono affrontare ogni giorno per rimanere competitive sui mercati globali.

Una delle mie priorità di diplomazia economica è la tutela de “brand Italiano”. C’è l’impegno a difendere le nostre indicazioni geografiche; c’è il contrasto al fenomeno dell’Italian sounding e alle politiche dei “semafori alimentari”; c’è l’azione per tutelare la proprietà intellettuale e industriale.

Più in generale, c’è il contributo della diplomazia economica contro i protezionismi, più o meno mascherati, e ad abbattere pretestuose barriere non tariffarie nei confronti dei nostri prodotti, prendendo posizione negli accordi di libero scambio.

Ho a cuore il ruolo dell’Italia nel mondo e per questo credo nell’apertura dei mercati. Perché per un Paese esportatore come il nostro il protezionismo non è mai la risposta giusta.  L’Italia conta sul commercio internazionale per la crescita.

A prescindere dalla retorica, gli interessi in gioco sono alti. E anche voi imprenditori dovete compiere uno sforzo aggiuntivo per difendere il libero commercio.

Oggi sono qui con un duplice obiettivo: voglio  ascoltare e capire i bisogni degli imprenditori; e desidero aiutarvi ad utilizzare il pieno potenziale della rete della Farnesina nel mondo.

La diplomazia economica è una priorità strategica del mio mandato alla Farnesina. La domanda di servizi da parte delle imprese per internazionalizzarsi è crescente. E la politica estera deve essere uno strumento a loro sostegno per accompagnare la crescita economica.

Oggi la Farnesina fa molto di più per le imprese di quello che si rappresenta nell’immaginario collettivo. Ma visto che non tutti gli imprenditori hanno la piena consapevolezza di quello che la diplomazia può fare per loro, ho deciso di essere io a recarmi da loro.

Finora sono stato a Milano, Torino, Udine, Pescara, ma il mio percorso è incominciato il 31 gennaio a Confindustria, dove abbiamo presentato uno studio indipendente di Prometeia sull’impatto della diplomazia economica.

Si stima che le gare ed i contratti aggiudicati ad aziende italiane che hanno ricevuto il sostegno della rete diplomatico-consolare hanno prodotto oltre l’1% del PIL e 234mila posti di lavoro.

Lo studio ha confermato che la Farnesina e la sua rete di oltre 200 Ambasciate e Consolati in 126 Paesi assistono soprattutto le piccole e medie imprese: sono il 61% le PMI che hanno firmato un contratto o vinto una gara grazie al nostro sostegno.

Ma si può e si deve fare di più! Alcuni guardano agli scenari geopolitici e all’imprevedibilità che li caratterizza come una minaccia. Invece bisogna coglierne anche le opportunità!

Le opportunità per le imprese sono enormi: nel 2016 i mercati esteri hanno generato per l’Italia 417 miliardi di euro di esportazioni ed un surplus della bilancia commerciale di 52 miliardi.

Il Governo è pienamente consapevole della necessità di sostenere con forza l’internazionalizzazione delle nostre aziende. Per tale motivo, è stato adottato un Piano straordinario per la promozione del Made in Italy con una allocazione di 380 milioni di euro per il triennio 2015-2017.

Ricordo, più in dettaglio, che sono stati stanziati 13 milioni, nell’ambito del Piano, per realizzare campagne contro l’Italian sounding, che interessa anche il Prosecco.

Sul fronte della promozione, il Prosecco era sulle “tavole del mondo” in occasione della prima “Settimana della cucina italiana nel mondo” nel 2016. Grazie agli oltre 1300 eventi organizzati dalla nostra rete diplomatico-consolare, ben 105 Paesi hanno potuto conoscere le nostre eccellenze nel settore agroalimentare.

Nel 2016 è stato poi istituito un apposito Tavolo Vini USA, volto a potenziare ulteriormente le nostre esportazioni di vino –  incluso il Prosecco – negli USA che è un mercato di assoluta priorità.

Non manca l’attenzione verso i mercati più lontani e complessi ma ad elevato potenziale. Penso alla Cina, un mercato estremamente interessante  in cui spesso i prodotti italiani faticano ad affermarsi. In questi casi il lavoro della nostra rete diplomatico-consolare può essere determinante. Ne è un esempio il recente accordo firmato dall’Unione Italiana Vini e dal colosso Alibaba, con il sostegno della nostra Ambasciata a Pechino, per rendere più facile ed immediata la distribuzione dei vini italiani in Cina.

La Farnesina vi sostiene anche nel percorso di candidatura alla lista UNESCO del patrimonio mondiale. Sappiamo che avete intrapreso un serio percorso di preparazione della candidatura e apprezziamo enormemente gli sforzi congiunti portati avanti da istituzioni locali,  Prefettura, produttori e consumatori.  

Oltre a questo, sempre per rispondere alla domanda: in che modo la Farnesina e la rete diplomatico-consolare possono assistervi sui mercati esteri?

Vi ricordo che le nostre porte sono “spalancate” per tutti i vostri principali rapporti con l’estero: per l’attrazione degli investimenti; per la realizzazione degli investimenti; per la penetrazione ed espansione dell’export; per la conquista di nuovi mercati; per la partecipazione a gare; e poi anche in caso di contenziosi, ostacoli normativi e amministrativi.

La diplomazia economica gestisce e mette a disposizione delle aziende un patrimonio fatto di informazioni, contatti e relazioni. Market intelligence e sostegno istituzionale sono i capisaldi della nostra azione. Perché le nostre Ambasciate e Consolati sono interlocutori privilegiati delle istituzioni locali e degli ambienti politici, economici e della società civile dove operano. E perché nelle nostre Ambasciate e Consolati si formula una visione complessiva degli interessi italiani. 

Questa visione complessiva degli interessi italiani nel mondo ci ha spinto ad elaborare una strategia di promozione integrata del “Marchio Italia”: che fonde la dimensione commerciale con la promozione della lingua e della cultura, della scienza e dell’innovazione, e dell’unicità dei nostri territori.

E’ un marchio fatto di bellezza, creatività e capacità tecnologica, che abbiamo tradotto nel programma integrato “Vivere all’italiana”, promosso da ogni componente della nostra rete.

Non smetterò mai di ripetere nel mondo che oltre ad essere il secondo Paese manifatturiero d’Europa siamo anche una superpotenza dello stile di vita, della cultura, e della bellezza. E dobbiamo far valere questo nostro primato anche per rilanciare l’economia.

Ma il messaggio più importante che vi vorrei lasciare oggi è che le Ambasciate e i Consolati sono la vostra “casa” all’estero.