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Intervento del ministro Alfano al Consiglio Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo

(Fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)

Roma, 28 febbraio 2018

 

  •     Vorrei rivolgere un saluto al Vice Ministro Giro, al Direttore Generale Marrapodi, alla Direttrice Frigenti, e a tutti i membri del Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo.

 

  •     Trovandoci alla fine della legislatura, ho voluto fare un piccolo bilancio delle attività che abbiamo svolto insieme in oltre un anno di mio mandato qui alla Farnesina. In particolare, ricordo:

 

–     2 Consigli Interministeriali per la Cooperazione allo Sviluppo;

–     2 Consigli Nazionali per la Cooperazione alla Sviluppo;

–     la prima Conferenza Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo;

–     e poi 6 Comitati Congiunti nel 2017, che nell’insieme hanno approvato progetti di Cooperazione per un valore di 557 milioni di euro.

 

  •     Sono azioni concrete che confermano il fatto che la Cooperazione è considerata un pilastro centrale della nostra azione di Governo e per la proiezione esterna dell’Italia, come parte integrante e imprescindibile della nostra politica estera.
  •     Siamo altrettanto consapevoli che resta molto da fare, alla luce degli impegni internazionali assunti in materia.
  •     Ai miei colleghi stranieri che sono interessati al nostro “Sistema di Cooperazione” e alla sua governance, ricordo spesso che il Consiglio Nazionale è il “Parlamento consultivo della Cooperazione”. Perché ci offre quello spazio vitale per un confronto costruttivo fra Stato, Regioni, Enti locali, Università, ONG, Camere di Commercio, mondo profit e non-profit.
  •     Quindi, sono convinto che il Consiglio Nazionale non vada solo convocato per adempiere formalmente ad un obbligo di Legge, ma soprattutto perché da questo foro emergono utilissime indicazioni per la politica di sviluppo dell’Italia.

 

  •     I punti oggi all’ordine del giorno sono molti, ma vorrei introdurre brevemente tre argomenti che ritengo particolarmente rilevanti:
  1.         gli esiti della Conferenza Nazionale;
  2.         l’aggiornamento del Documento Triennale 2017-2019;
  3.         il tema dell’efficacia e delle valutazioni.

 

  •     Con riguardo alla Conferenza Nazionale, vorrei ringraziare tutti per il grande contributo “di squadra” all’organizzazione e al successo di questo importantissimo evento pubblico.
  •     Un ringraziamento speciale va all’impegno “dietro le quinte” dei Gruppi di Lavoro
  •     Naturalmente, ringrazio anche molto la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo e l’Agenzia, che insieme e in strettissima sinergia, hanno garantito l’eccellente esito della Conferenza.

 

  •     Grazie al nostro “lavoro di squadra” la Conferenza Nazionale ha avuto un enorme successo: ci sono state oltre 5.000 adesioni, tra cui più della metà studenti universitari e 20 istituti tecnici da tutte le Regioni d’Italia. E c’è stata anche un’ampia partecipazione della stampa e una forte copertura mediatica dell’evento.

 

  •     Quindi, vorrei che la riunione odierna fosse anche l’occasione per riflettere sugli esiti della Conferenza Nazionale e sul percorso futuro da intraprendere insieme. Penso soprattutto a quei temi che hanno suscitato particolare interesse come, ad esempio, il ruolo dei giovani e del settore privato nella Cooperazione.
  •     Una importante base di partenza è il Documento finale della  Conferenza – “La Cooperazione Italiana: manifesto per cambiare il futuro” che vorrei che considerassimo un documento operativo per gli anni a venire.
  •     In secondo luogo, vorrei valorizzare il contributo fornito dal Consiglio Nazionale all’attività di aggiornamento del Documento Triennale di programmazione e di indirizzo 2017-19.
  •     Oggi il Consiglio darà il suo parere sul Documento Triennale, dopo l’approvazione da parte del CICS e il parere favorevole della Conferenza Unificata. Una volta acquisiti anche i pareri favorevoli di Camera e Senato, lo presenteremo per l’approvazione definitiva al primo Consiglio dei Ministri utile.

 

  •     Insieme al Documento Triennale, mi fa piacere che oggi venga portata all’attenzione del Consiglio la “Strategia Italiana per l’Educazione alla Cittadinanza Globale”, che richiama ancora una volta il tema dei giovani. E non potrebbe essere altrimenti: la stessa Legge 125/2014 sottolinea nei suoi principi fondamentali la promozione dell’istruzione, la sensibilizzazione e la partecipazione di tutti i cittadini alla solidarietà, alla cooperazione internazionale e allo sviluppo sostenibile.

 

  •     Il terzo punto che vorrei richiamare è quello dell’efficacia e della valutazione dei nostri interventi.

 

  •     Sul piano dell’efficacia, è cruciale sfruttare tutti gli strumenti che la Legge 125 ha messo a nostra disposizione. L’obiettivo che ci siamo posti è la definizione di uno specifico Piano d’Azione che sia il frutto di un lavoro condiviso con il più ampio coinvolgimento di tutti gli attori del Sistema Italiano di Cooperazione. Dobbiamo far sì che la Cooperazione Italiana allinei il proprio sistema ai più alti standard internazionali di efficacia.

 

  •     Allo stesso tempo, la valutazione è uno strumento imprescindibile per assicurare che gli interventi di cooperazione abbiano un impatto concreto e siano sempre più efficienti ed efficaci. La valutazione è anche fondamentale per misurare e per valorizzare l’esito delle collaborazioni tra attori istituzionali e non, tra attori pubblici e privati; oltre a rendere conto ai cittadini dell’impatto delle risorse pubbliche spese. E sono felice che lo scorso 21 dicembre scorso il Comitato Congiunto abbia approvato il Programma triennale delle valutazioni delle iniziative di cooperazione per il periodo 2018-2020.

 

  •     Prima di entrare nel vivo della riunione, consentitemi ancora una breve riflessione su due filoni di cooperazione a me molto cari:

(1) l’attenzione verso i paesi della sponda sud del Mediterraneo e dell’Africa;

(2) l’aiuto umanitario.

  •     (1) Investire in cooperazione nella regione a noi vicina significa investire in sicurezza e stabilità. Non smetterò mai di ricordare che per geografia, storia e cultura è imperativo che il nostro investimento di cooperazione si concentri nel Mediterraneo e poi in Africa. Il Nord Africa è il nostro vicino di casa. C’è soltanto una piccolissima striscia di Mediterraneo che ci separa dalla Tunisia. Sono appena 70km da Capo Bon all’Isola di Pantelleria. La stabilità dell’Africa è la nostra stabilità. La sua sicurezza è la nostra sicurezza. Lo sviluppo dell’Africa si ripercuote sul nostro sviluppo.
  •     Durante il mio mandato, abbiamo riattivato l’Ambasciata in Libia e aperto nuove Rappresentanze in Niger e Guinea. E abbiamo deciso di riaprire un’Ambasciata in Burkina Faso. Avere un Ambasciatore sul posto è un enorme “valore aggiunto” per costruire nuovi partenariati: sui temi della crescita, sulle questioni sociali, sui giovani, sui rischi connessi al terrorismo, e sulle cause profonde dei flussi migratori.

 

  •     Quest’anno, oltre a diverse missioni in Libia, ho anche visitato il Niger, il Senegal e la Guinea. Ho potuto verificare di persona l’apprezzamento e la gratitudine riscossi, a ogni livello dall’Italia, per i tanti progetti realizzati dalla nostra Cooperazione. Il merito non va soltanto alla Farnesina o all’Agenzia della Cooperazione, ma anche e soprattutto alle organizzazioni presenti in questa sala che sono state nostri partner.

 

  •     La conferma, nella Legge di Bilancio, degli stanziamenti del Fondo per l’Africa per il 2018-2019 è un segnale concreto della centralità che il Governo italiano attribuisce a questa strategica area geografica. E ricordo che ho voluto prevedere nel decreto istitutivo del Fondo Africa un meccanismo che permette di destinare a progetti di cooperazione una quota delle risorse del Fondo Africa.
  •     (2) Vi è poi l’aiuto umanitario, che è l’anima e lo spirito della Cooperazione Italiana. In particolare, nel 2017:

–   abbiamo onorato l’impegno assunto a livello internazionale di aumentare in misura considerevole il budget per le emergenze umanitarie: da 102 milioni di euro nel 2016 a 121 milioni di euro nel 2017. Nel 2018, prevediamo circa 130 milioni;

–   abbiamo rispettato l’impegno politico preso nel 2016 alla riunione di Londra sulla Siria di 400 milioni di dollari, prevedendo altri 45 milioni di euro nel 2018 da dedicare ad attività di emergenza e di resilienza;

–   abbiamo sempre garantito una risposta dell’Italia ad altre gravi crisi umanitarie che affliggono milioni di civili innocenti: in Iraq, in Yemen, in Repubblica Centrafricana, in Sud Sudan, nella Regione del Lago Chad, nel Sahel e nel Corno d’Africa; senza mai trascurare le sofferenze delle minoranze nel mondo: dai cristiani, ai yazidi in Iraq, ai rohingya in Myanmar;

–   abbiamo rifinanziato con 17,5 milioni di euro i Fondi Bilaterali di Emergenza presso nove Agenzie del sistema delle Nazioni Unite e della famiglia della Croce Rossa, in prima fila nell’azione di soccorso umanitario.

  •     Io credo che cooperare significhi mettere la difesa della dignità della persona umana davanti ad ogni altra cosa, soprattutto la dignità di chi è più sofferente e vulnerabile. Penso alla situazione dei rifugiati e dei migranti in Libia. Non dimentichiamoci che è grazie all’Italia se oggi l’ONU è in grado di operare lì sul terreno. A differenza di chi fa lezioni, ma non assume iniziative, l’Italia invece si è rimboccata le maniche e in condizioni ancora difficili ha sostento l’attività di OIM e UNHCR.
  •     Ovviamente non si tratta solo di aiuti. Ho chiesto in questi mesi di fare molto di più sul piano dell’institution building. Ci sono Stati che dovranno essere ricostruiti, come Siria e Libia. Quando il fuoco si spegnerà dovremo essere pronti. Noi siamo una grande democrazia liberale. Non vogliamo esportare democrazia. Ma vogliamo fornire gli strumenti affinché la democrazia sia immune da virus.
  •     L’institution building e il buon funzionamento delle istituzioni sono un vaccino culturale contro i totalitarismi e il cancro della corruzione. Il costo della corruzione è di oltre il 5% del PIL globale (2,6 trilioni di dollari, World Economic Forum). Non è solo una questione di etica. Semplicemente non possiamo permetterci che enormi risorse siano sottratte alla crescita e allo sviluppo.
  •     Dobbiamo essere orgogliosi di essere una Cooperazione animata da immediatezza e spirito d’azione. E, se abbiamo raggiunto importanti risultati, lo dobbiamo allo spirito di concretezza che ha sempre animato anche la discussione in fori come questo, con grande senso di responsabilità in relazione alla “missione” della Cooperazione.
  •     In questo senso abbiamo organizzato a Roma per il prossimo 12 marzo una Conferenza sugli strumenti finanziari dell’Unione Europea di assistenza preadesione (IPA) e di vicinato (ENI). Aprirò l’incontro con il Commissario europeo per il vicinato, Johannes Hahn, e auspico una grande partecipazione da parte vostra.

 

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