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Terzi: «La diplomazia italiana cresce e punta sull’America Latina» (Panorama.it)

I rapporti fra Europa ed America Latina vivono una stagione di rinnovata intensità, e l’Italia è pronta a svolgere il ruolo di primo piano che le compete quale partner naturale della regione per tradizioni storiche, radicata presenza dell’emigrazione italiana, vicinanza di valori e affinità culturali. Il tutto in un quadro di relazioni regionali più ampio in cui, da una parte l’America Latina dispone di risorse (acqua ed energia anzitutto) e di opportunità di investimento, e dall’altra l’Europa si propone come attore chiave dell’economia mondiale rafforzando la propria capacità di governance economica e di progettare e di creare valore nelle filiere globali.


La complementarietà tra i sistemi produttivi di Europa e America Latina è al tempo steso premessa e incoraggiamento ai Governi a perseguire comuni obiettivi di crescita e sviluppo. E’ una sfida che deve essere raccolta, e dalla quale il sistema produttivo italiano può trarre grandi benefici. Due dei maggiori Paesi emergenti nell’emisfero occidentale, Brasile e Messico, fanno entrambi parte, con Russia, India, Cina, Indonesia e Turchia, di quel “G7 parallelo” che entro il 2020 supererà il PIL dei sette originari paesi più industrializzati. L’America meridionale non è più una regione fragile, ma un continente caratterizzato da alti tassi di crescita e straordinario dinamismo, ricco di risorse naturali, i cui paesi sono impegnati in progetti infrastrutturali di vaste proporzioni. Con la possibile conclusione di un Accordo di Associazione tra l’Unione Europea e il Mercosur, la regione può divenire parte integrante dell’area di libero scambio più grande del mondo, con più di 750 milioni di consumatori.


Per affrontare e vincere questa sfida l’Unione Europea non può che puntare sull’Italia.


Gli investimenti italiani in America Latina sono passati negli ultimi dieci anni dal 3% al 16% del totale di quelli europei. Nel 2011 la regione ha assorbito quasi la metà del valore delle commesse infrastrutturali su scala mondiale delle nostre imprese. I più grandi gruppi italiani sono presenti nel settore energetico, incluso quello delle energie rinnovabili, e nell’alta tecnologia. In questo contesto molto positivo, le piccole e medie imprese (PMI) hanno le carte in regola per contribuire a diversificare economie ancora dipendenti in larga parte dallo sfruttamento di risorse naturali e possono contare su ampi margini di miglioramento delle loro posizioni. Le “migliori pratiche” della presenza italiana nell’area sono numerose: in Brasile, ad esempio, operano 700 stabilimenti italiani, e le nostre aziende occupano, nella maggior parte dei casi, importanti posizioni di mercato in settori di alta gamma e forte contenuto tecnologico. La stessa tendenza si registra in Messico, con 1.400 PMI italiane che negli ultimi dieci anni hanno avviato numerose iniziative e costituito veri e propri distretti industriali.


L’America Latina è dunque terreno privilegiato per svolgere un’azione incisiva di diplomazia per la crescita. E’ un’area nella quale ad affermarsi saranno non tanto i produttori in grado di presentare le proposte più economiche in termini assoluti, quanto qui “sistemi paese” che daranno ai loro prodotti la migliore combinazione di valore aggiunto e di elementi immateriali, soprattutto creatività e innovazione. E’ il caso dell’Italia, seconda potenza manifatturiera in Europa, che può contare su un immenso mercato in quella parte di mondo, grazie anche ad una realtà dove vivono e operano centinaia di migliaia di italiani residenti, profondamente legati alla loro patria d’origine, e decine di milioni di discendenti. San Paolo, città che costituisce un riferimento fondamentale per l’economia e la finanza del continente, può essere considerata “la più grande città italiana al mondo”, poiché, dei suoi oltre 11 milioni di abitanti, la metà ha almeno un ascendente italiano in famiglia.


Sono due i versanti lungo i quali si muove, dovrà sempre più muoversi, la diplomazia per la crescita in America Latina.


Il primo è il sostegno diretto all’internazionalizzazione delle nostre imprese interessate a quel mercato. Un sostegno da attuare con tutti gli strumenti disponibili, dalle missioni di sistema, alla “presentazioni paese”, all’assistenza sul terreno.


L’altro versante è quello politico. Siamo alla vigilia di un appuntamento di grande rilievo, il Vertice fra Unione Europea e Comunità degli Stati latino-americani e dei Caraibi, che si svolgerà a Santiago del Cile il 26 gennaio. La “Cumbre” riunirà 60 Capi di Stato e di Governo di entrambe le regioni, e sarà preceduta da un Vertice imprenditoriale, volto a promuovere un preciso percorso di collaborazione economica fra Europa ed America Latina, basato sul modello delle piccole e medie imprese, dell’innovazione, e delle “città intelligenti”. Si tratta di settori nei quali le nostre aziende sono particolarmente competitive, soprattutto nelle economie emergenti e nei quali aree produttive quali la Lombardia sono destinate ad avere un ruolo sempre più importante.


Proprio a Milano si svolge oggi, quale tappa di avvicinamento all’importante appuntamento di Santiago, un Seminario sul Partenariato Strategico America Latina-UE e le sfide della globalizzazione. E’ un incontro che coinvolge imprese, policy makers ed istituzioni delle due regioni. Ho voluto assicurare la mia presenza, sia per l’importanza dei temi che vi vengono discussi, sia perché si svolge significativamente in una città che si prepara ad appuntamenti importanti proprio nel campo dello sviluppo economico e dei modelli di società urbana. EXPO 2015 non sarà soltanto una vetrina dell’Italia nel mondo, ma anche un’occasione unica per valorizzare le eccellenze italiane lungo le più avanzate frontiere dall’innovazione, in un settore decisivo, per il futuro e lo sviluppo del pianeta, quale l’alimentazione. Non è un caso che ben 14 dei 18 Paesi latinoamericani abbiano già aderito alla manifestazione.


Le nostre città sono il simbolo del saper progettare. Milano ne è l’esempio più autorevole, ed è la sede naturale per ospitare un Seminario che contribuisce ad aprire alle imprese italiane nuove prospettive nei mercati dell’America del Sud.

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