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Mogherini: “La Ue ha dado una respuesta fuerte y conjunta… ahora la pelota esta’ en la cancha rusa” (El Mercurio)

Qual è l’obiettivo della sua visita in Cile?


Devo dire che tra le tante fatte in questi mesi, la visita in Cile ha per me un valore particolare. Innanzitutto perché ci uniscono all’America Latina rapporti antichi e saldissimi, con tanti italiani che hanno lasciato il loro Paese, sono venuti in qui e hanno contribuito con coraggio e sacrificio allo sviluppo di questa Regione che oggi è una delle aree più dinamiche del mondo. E poi perché negli anni della dittatura in Cile molti esuli avevano trovato una seconda casa proprio in Italia.


L’ultima visita di un ministro degli Esteri italiano a Santiago risaliva al 2006, mi pare fosse dunque il momento di tornare e per me sarà anche l’occasione di rivedere tanti amici che ho qui. Senza contare che stiamo preparando, per il 2015, l’anno della cultura italiana in America Latina e anche in Cile organizzeremo tante iniziative.


L’Italia ha la Presidenza di turno dell’UE. Quali sono le sue priorità?


Crescita e occupazione, diritti di cittadinanza e un’Europa più forte sulla scena internazionale sono le tre priorità della presidenza italiana.


Di fronte alla crisi economica, crediamo siano necessari da un lato un’integrazione maggiore del mercato interno e dall’altro misure di sostegno agli investimenti, senza toccare le regole che già ci sono e che l’Italia intende rispettare. Tanti, troppi, giovani e meno giovani in Europa sono disoccupati, rischiamo di perdere intere generazioni. E’ su questo che dobbiamo mettere le nostre energie.


Da qui la necessità di lavorare anche sui partenariati strategici con le principali economie del mondo, ma anche con le economie emergenti. E poi servono maggiore efficienza e trasparenza della pubblica amministrazione. Infine c’è da affrontare insieme, con un’autentica solidarietà a livello europeo, il tema delle migrazioni.


Ma soprattutto dobbiamo affrontare i tanti conflitti ai confini dell’Europa – dall’Ucraina al Nord Africa al Medio Oriente – richiedono iniziative forti dell’Unione Europea a favore di pace e stabilità. Proprio l’aggravarsi della situazione in Libia mi ha costretta a cancellare la visita che avrei dovuto fare ieri a Buenos Aires. Nelle crisi internazionali servono un’azione comune e un ruolo di alto profilo dell’UE, e credo che questa esigenza sia sentita da molti Paesi. E anche dove vi sono delle opportunità da cogliere è bene che l’Ue lo faccia tutta assieme, Per esempio, l’Italia incoraggia il dialogo con i paesi dell’America centrale in materia di sicurezza e intende dare nuovo impulso ai negoziati per un accordo di associazione con il Mercosur.


L’UE ha deciso di applicare sanzioni alla Russia per la sua condotta in Ucraina, nonostante che questo avrà anche un impatto negativo nei paesi europei, molti dei quali non sono ancora usciti completamente dalla crisi. L’Europa è pronta a sopportare economicamente gli effetti delle sanzioni?


La comunità internazionale ha chiesto a più riprese alla Russia collaborazione per una soluzione pacifica del conflitto, ma di là dalle intenzioni dichiarate non c’è stato un impegno reale. La tragedia dell’aereo della Malaysia Airlines è stata una svolta, ha globalizzato la crisi e avrebbe richiesto a Mosca una risposta adeguata, una piena collaborazione per indagini approfondite e imparziali, e magari finalmente un vero impegno per un dialogo politico. Così non è stato e l’Unione europea ha risposto in modo unitario e forte. Come gli altri partner UE siamo certamente consapevoli dell’interdipendenza fra le nostre economie e quella russa, ma dall’annessione della Crimea a oggi troppe violazioni sono state commesse. Le misure sono state studiate per distribuirne equamente le conseguenze economiche, dell’UE, dunque peseranno sull’Italia come su tutti gli altri Paesi dell’Unione.


Mosca ha risposto con un atteggiamento di sfida. Ci sono altre misure di ordine diplomatico che la UE è disposta a prendere (come il ritiro degli Ambasciatori)?


La soluzione alla crisi ucraina può essere solo politica. Le sanzioni non sono mai state immaginate come fini a se stesse, bensì come uno strumento per spingere l’avvio di un dialogo reale fra tutte le parti. Le misure sono basate su criteri di gradualità, sostenibilità e reversibilità. Dunque ora la palla è nel campo della Russia. E come hanno chiarito i leader del G7, la comunità internazionale è pronta a inasprire ancora le misure se dovesse essere necessario, se la Russia continuerà, come ha fatto nelle ultime settimane, a sostenere i separatisti in Ucraina Orientale.


Tra tutti i Paesi dell’UE, l’Italia è quella più deve confrontarsi con le massicce migrazioni dall’Africa, un problema che diviene ancora maggiore d’estate. Crede necessario un piano che coinvolga tutti i partner europei, nel lungo periodo, con più risorse e al di là degli interventi di salvataggio?


Di fronte all’emergenza migratoria nel Mediterraneo, l’allora governo italiano ha dato inizio – lo scorso ottobre – all’Operazione “Mare Nostrum” e grazie al pattugliamento del Mediterraneo ha consentito il salvataggio in mare di oltre 60.000 migranti e l’arresto di oltre 200 scafisti. Il governo Renzi ha deciso di proseguire la missione perché riteniamo che il salvataggio di vite umane debba essere la prima preoccupazione. Oggi è all’Italia soprattutto che tocca la responsabilità di accogliere migliaia di persone in fuga da guerre o dalla povertà, nonostante spesso chi arriva con mezzi di fortuna e viene salvato dalla nostra Marina non abbia come meta finale il nostro Paese. E’ tempo che l’Ue adotti una politica migratoria comune: serve un rafforzamento dell’Agenzia Europea per il coordinamento nella gestione delle frontiere (Frontex), una corresponsabilità nell’accoglienza ma soprattutto servono norme omogenee sul diritto d’asilo. Il Mediterraneo non è solo il confine meridionale dell’Italia, è il confine di tutta l’Europa.

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