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Gentiloni: “Più soldi e mezzi per Triton. L’Ue sta facendo troppo poco per salvare vite umane” (La Repubblica)

 

Il ministro degli Esteri dopo la tragedia di Lampedusa: “Il più grande spazio economico del mondo non può spendere così poco per una emergenza umanitaria considerata da tutti intollerabile”

di Vincenzo Nigro

Ministro Gentiloni il governo é stato accusato di aver sbagliato a sostituire Mare Nostrum? Come rispondete?

“Di fronte a una tragedia orribile evitiamo per favore piccole dispute politiche. L’Italia ha fatto e sta facendo più di chiunque altro, ce lo riconosce la Comunità internazionale. Purtroppo non basta. Dobbiamo fare di più perché così Triton è insufficiente.”

Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri, è appena rientrato da una visita a New York in cui ha incontrato fra gli altri Hillary Clinton, il sindaco De Blasio e Henry Kissinger. La discussione principale a New York e nelle ultime ore rimane sulla crisi in Ucraina. Ma sulla questione-migranti Gentiloni ha un annuncio: “Chiediamo all’Unione europea di fare di molto di più per Triton. II costo di questa missione è di 3,9 milioni di euro al mese, ma è evidente che serve altro. Per questo il “ministro degli Esteri” della Ue Federica Mogherini ha già convocato una riunione di tutti i commissari Ue che hanno voce in capitolo. Mi auguro sia l’inizio di una fase nuova. Sia chiaro non basta moltiplicare l’impegno umanitario. Il premier Renzi ha sollevato il tema al Consiglio Europeo partendo dalla necessità di stabilizzare la Libia. Assieme al grande impegno sull’Ucraina, adesso l’Europa deve dedicare tempo e risorse all’emergenza Mediterraneo.

Ministro, ma dopo i 300 morti delle ultime ore quale è la strategia del governo sull’immigrazione?

“Il punto non è la differenza tra Mare Nostrum e Triton. La prima prevedeva un raggio di azione fino a 50 miglia, la seconda finoa 30 ma il punt non è questo, visto che tra Libia e Italia la distanza è di 200/300 miglia e che l’obbligo di soccorso in mare vale in entrambi i casi. Sono le risorse in campo a fare la differenza determinando qualità e quantità dei mezzi navali e aerei impiegate questo non deve essere un problema solo italiano. È possibile che l’Europa unita, il più grande spazio economico del mondo, spenda così poco per questa emergenza che noi tutti dichiariamo intollerabile? Prima di queste ultime 200 miglia c’è un percorso di migliaia di chilometri che i migranti compiono per fuggire dalla Siria, dall’Eritrea o dall’Africa centrale. Per questo il nostro intervento deve andare oltre l’emergenza risalendo ai paesi di transito, come Libia e Turchia e poi ai paesi di origine, dal medio oriente al Corno d’Africa dove questo terribile viaggio inizia”.

Renzi ha ripetuto in queste ore che per l’Italia il vero problema è il caos in Libia.

“Dei 278 mila migranti irregolari che nel 2014 sono arrivati in Europa, 170 mila sono arrivati in Italia e di questi ben 142 mila dalla Libia. Alcuni hanno calcolato che in questa fase il traffico dei migranti in Libia rende addirittura il 10 per cento del Pil del paese, in una fase in cui le estrazioni di petrolio in quel paese si sono molto ridotte. Con i nostri partner turchi stiamo lavorando per bloccare la partenza di imbarcazioni più grandi, ne sono partite sette negli ultimi mesi, i cui equipaggi arrivano perfino ad abbandonare i migranti a se stessi dopo aver preso il largo. In Libia affrontiamo una situazione diversa, di un paese incui lo stato non esiste, mentre i gruppi criminali sono assai attivi. II percorso sarà più lungo, quello della stabilizzazione politica e della riconciliazione nazionale, e anche qui l’Italia è sempre più coinvolta e sempre più deve esserlo».

Ministro, da poche ore è stato annunciato un cessate-il-fuoco in Ucraina.

“Dopo 5 mesi dal memorandum di “Minsk 1″ torna la modalità del confronto, della trattativa politica. E’ l’obiettivo per il quale l’Italia si è sempre battuta. Dobbiamo dare atto all’iniziativa della cancelliera tedesca e del presidente francese, di cui l’Europa deve essere orgogliosa e non gelosa, di essere riuscita a riportare in campo la politica, di essere riuscita a raggiungere un’intesa’”

Non crede sia stato concesso troppo a Putin, soprattutto di poter decidere i destini di un altro paese come l’Ucraina? Come per esempio l’impedimento all’Ucraina di entrare nella Nato?

«L’ingresso dell’Ucraina nella Nato sarebbe un errore assoluto. Stiamo ai fatti: da Minsk viene un’intesa in 12 punti. Ci sono alcuni elementi che favoriscono una parte, altri che avvantaggiano l’altra: un accordo è fatto di concessioni. Che evitano una deriva pericolosa, che avrebbe portato l’Europa a un conflitto ancora più radicale. Adesso le sfide che ci attendono sono poderose, ma possiamo gestirla verificando da una parte e dall’altra. Nulla è garantito ma finalmente si è aperta una fase nuova che tutti dobbiamo sostenere».

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