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Ora vediamo la luce in fondo al tunnel, ma l’export è cruciale

Caro direttore, con la campagna vaccinale che finalmente sta procedendo a tappe spedite, iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel. Un tunnel che dura ormai da troppo tempo e che ha causato disastri sociali ed economici. E se grazie alla scienza stiamo riconquistando aree di libertà a cui abbiamo dovuto momentaneamente rinunciare, il ruolo della politica è quello di fare tutto il possibile per favorire anche il rilancio dell’economia.

Per la Farnesina questa è una priorità assoluta e vorrei condividere con i suoi lettori gli strumenti che abbiamo finora messo in campo. Dopo un serrato confronto con le Regioni, le imprese e le associazioni di categoria, portato avanti con dei tavoli settoriali coordinati dal sottosegretario Manlio Di Stefano, a giugno 2020 abbiamo lanciato il Patto per l’Export: una strategia nuova, dotata di una potenza di fuoco di circa 5,3 miliardi di euro e volta a sostenere la transizione digitale, la formazione di capacità manageriali e l’accompagnamento sui mercati esteri delle nostre imprese. In questo ambito, vorrei ricordare solo l’ultima delle iniziative che abbiamo promosso per potenziare la figura del Digital Temporary Export Manager (D-TEM), attraverso un programma di voucher per assumere esperti nel settore digitale: questo, al fine di aiutare le micro e Pmi a sfruttare al massimo le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e dal commercio elettronico. Il bando è ancora aperto e le nostre aziende possono richiedere il voucher – ce ne sono circa 200 ancora disponibili mentre quasi 2.000 sono già stati assegnati – semplicemente accedendo al sito internet di Invitalia. Per beneficiare del voucher, le imprese potranno rivolgersi ai professionisti e alle società di consulenza iscritte nell’apposito elenco dei D-TEM, che contiene circa 360 operatori.

Altro strumento innovativo è lo «Smart Export – l’accademia digitale per l’internazionalizzazione», un progetto pilota di formazione accademica mirata per micro e Pmi, attraverso cui imprese e professionisti possono fruire online (iscrivendosi su smartexportacademy.it) e a titolo gratuito di corsi sui temi dell’internazionalizzazione erogati da Agenzia Ice e da cinque prestigiose università e business school italiane. Ci stiamo dedicando in parallelo a rafforzare la capacità del Paese in materia di attrazione degli investimenti esteri, tema che abbiamo infatti messo al centro della riunione straordinaria della Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione dello scorso 20 aprile, al termine della quale abbiamo avviato l’elaborazione di un pacchetto di proposte di semplificazione normativa e burocratica per migliorare il «business environment».

E’ necessario un salto di qualità progettuale di medio-lungo termine per dare agli investitori (che, per definizione, hanno un orizzonte di medio lungo termine) la garanzia di una strategia stabile e coerente nel tempo.

Pensiamo infine sia indispensabile rendere strutturale il sostegno pubblico per l’internazionalizzazione. Ricordo gli sforzi fatti sul fronte della finanza agevolata attraverso il Fondo 394, amministrato dal Maeci e gestito da Simest, di cui abbiamo profondamente rafforzato operatività e risorse. Nel 2020 la sua dotazione ha raggiunto 2,1 miliardi di euro (di cui oltre 660 a fondo perduto), mentre per il 2021, grazie anche all’ultimo decreto «Sostegni Bis», sono ad ora disponibili oltre 3 miliardi (di cui 1,160 a fondo perduto). Abbiamo già finalizzato l’esame delle oltre 13 mila richieste di finanziamento pervenute lo scorso anno e, dal prossimo 3 giugno, apriremo alla presentazione di nuove domande per dare supporto in tutte le fasi di crescita delle nostre imprese sui mercati esteri. Lavoreremo poi per sostenere questo impianto nella prossima legge di Bilancio. La Farnesina, insomma, è in prima linea per aiutare la ripresa economica del Paese attraverso il rilancio dell’export. Siamo consapevoli che si tratta di un percorso lungo e che la concorrenza internazionale è più agguerrita che mai, ma siamo anche fiduciosi che, al termine di questo percorso, le nostre aziende torneranno a essere protagoniste sui mercati mondiali, potendo anche contare su modelli di business sempre più sostenibili, orientati verso la transizione ecologica e digitale.

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