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Luigi Di Maio: “Il Sud sarà al centro del mondo”

Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, per la prima volta l’Italia presiede il G20 e l’incontro forse più atteso, il Foreign Affairs Ministers’ Meeting, avra luogo a Matera, già capitale della Cultura 2019. Una ulteriore conferma della ritrovata centralità del Sud?

Esattamente. La scelta di Matera non è stata casuale e non è fondata sul solo fatto che si tratta di una cornice di straordinaria bellezza. Segnalo anche gli appuntamenti di Bari e Brindisi, inseriti sempre nel quadro del G20. Insomma, il Sud è davvero centrale e protagonista di un importante appuntamento internazionale. Un evento che insieme a quello della Coalizione anti-Daesh a Roma porterà in Italia, per essere più precisi al Centro-Sud, circa 100 delegazioni internazionali. Lo stesso vale per la decisione di tenere il G20 Commercio in un’altra perla del Mezzogiorno come Sorrento. Il Sud è uno scrigno che racchiude enormi potenzialità e il suo rilancio è fondamentale per la ripartenza e lo sviluppo sostenibile di tutto il Paese.

Piace pensare che i ruoli di Matera e, in seconda battuta, di Bari non siano solo scenografici o logistici: nei nuovi equilibri globali che si vanno tracciando quale potra essere il peso della «corsia» mediterranea e, in particolare, del Mezzogiorno d’talia?

L’Italia è la «corsia mediterranea» dell’Europa e il Sud è geograficamente il cuore di questa «corsia». Promuoviamo un nuovo approccio al Mediterraneo allargato, mettendo al centro temi come la gestione dei flussi migratori, la transizione energetica e digitale e la prevenzione e risoluzione di crisi e conflitti. L’Italia è in primo piano nella stabilizzazione della Libia, attore cruciale per l’intera regione. Finalmente stiamo raccogliendo i frutti del lavoro fatto finora: dall’accordo per il cessate il fuoco dello scorso ottobre, alla creazione di un’autorità esecutiva unificata transitoria che dovrà portare il Paese a elezioni libere e inclusive il prossimo 24 dicembre, come appena ribadito dalla Conferenza di Berlino a cui ho partecipato mercoledì scorso.

Anche il Recovery Fund, la grande leva per la ripresa del Paese, nasce – per espressa indicazione europea – con l’obiettivo di ridurre le diseguaglianze Nord-Sud e rimettere in moto la macchina meridionale. «People, planet, prosperity, recita il motto di questa edizione del G20. Lungo questa direttrice possibile costruire un modello di sviluppo meridionale?

Il Recovery Fund costituisce un’occasione irripetibile per il rilancio del Mezzogiorno, che – come ripeto – è un tassello fondamentale per la ripresa di tutto il Paese. Per questo, il riequilibrio territoriale è stato scelto come priorità trasversale del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano, e lo testimoniano i 100 miliardi destinati proprio al Sud. Queste risorse, insieme a quelle destinate ad investimenti su scala nazionale, contribuiranno al rilancio del Sud e all’affermazione di un modello di sviluppo più inclusivo, connesso e sostenibile, in cui nessuno viene tagliato fuori. Un modello di sviluppo che è stato «promosso a pieni voti» dalla Commissione Europea. Ora dobbiamo rimboccarci le maniche e procedere a tutta velocità, a partire proprio dall’attuazione dei progetti per il Sud.

Un elemento cardine, anche per il niancio del Sud, è sicuramente quello delle esportazioni e della promozione del Made in Italy. Ad oggi qual è il bilancio del Patto per l’Export avviato dalla Farnesina e che prospettive ci sono anche in relazione alla ripartenza post covid?

Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti finora grazie al Patto per l’Export. In meno di 12 mesi abbiamo stanziato risorse per oltre 5 miliardi di euro, una cifra eccezionale. E i risultati si vedono: nel primo trimestre 2021 il valore delle esportazioni italiane è stato pari a 118 miliardi di euro, cifra superiore addirittura ai 116 miliardi dei primi tre mesi del 2019 che fu un anno record per il nostro export. Ma non ci accontentiamo: favorire le imprese del Mezzogiorno, operare per ridurre il divario tra Nord e Sud, intervenire per colmare il gap digitale delle imprese italiane sono tra gli assi portanti della nostra azione. Tra le misure finora adottate, *** vorrei ricordare la creazione del portale export.gov.it – che riporta la vasta gamma di incentivi per l’export di MAECI, ICE, SIMEST e SACE -, la figura dei Digital Temporary Export Manager e l’iniziativa «Smart Export – L’accademia digitale per l’internazionalizzazione», un progetto pilota di alta formazione accademica teso a rafforzare le capacità manageriali delle nostre aziende. Un ruolo assolutamente di primo piano, infine, è quello della finanza agevolata, fondamentale per favorire la crescita dimensionale delle imprese italiane.

Puntiamo le telecamere sul meeting: quali le priorità che la presidenza italiana indicheM nell’appuntamento materano?

L’appuntamento di Matera si colloca in un momento storico eccezionale. La risposta internazionale al COVID-19 ha dimostrato l’importanza di adottare un approccio multilaterale per fronteggiare le grandi sfide globali. Il multilateralismo efficace sarà quindi al centro della Ministeriale di Matera. Allo stesso tempo, grande attenzione sarà dedicata all’Africa, terra straordinaria e ricchissima di opportunità, che si trova ad affrontare nodi cruciali per il suo sviluppo in chiave sostenibile. Per ricostruire insieme e meglio, nessuno deve essere lasciato indietro. Per questo, intendiamo affrontare approfonditamente il tema dell’insicurezza alimentare, dando nuovo slancio alla lotta contro la fame, per rendere concreto l’obiettivo «Zero Hunger» entro il 2030.

Dopo le polemiche sulla Cina e gli esiti dell’ultimo GZ può definire la collocazione italiana sullo scenario internazionale? La nomina di Emanuela del Re a Rappresentante speciale dell’UE per il Sahel e gli esiti del vertice antiterrorismo con il segretario di Stato USA Blinken a Roma come si collocano in questo scenario?

L’Italia è un Paese fondatore dell’UE con una indissolubile vocazione atlantista.Allo stesso tempo, non si possono affrontare le grandi sfide globali – a partire dai cambiamenti climatici – senza dialogare efficacemente con tutti i principali attori internazionali, il che, ovviamente, non significa affatto retrocedere su principi e valori per noi irrinunciabili. La nomina di Emanuela Del Re come nuova Rappresentante Speciale dell’UE per il Sahel è un risultato di cui siamo molto soddisfatti, perché costituisce un importante riconoscimento del crescente impegno dell’Italia a sostegno della stabilità di una regione strategica per l’Europa. Come ho avuto modo di ribadire in occasione delle mie recenti visite in Sahel, il nostro contributo al contrasto al terrorismo e alla criminalità transnazionale che colpiscono la regione è cruciale anche per la sicurezza dei nostri cittadini. D’altra parte, il nostro ruolo nella lotta al terrorismo internazionale è testimoniato dalla riunione dei Ministri degli Esteri della Coalizione anti-Daesh, che presiederò oggi a Roma con il Segretario di Stato Usa Blinken. L’Italia è protagonista nel contrasto al terrorismo.

Infine, chiudiamo proprio sul Movimento che ha negli anni costruito al Sud la propria fortuna con battaglie storiche come il reddito di cittadinanza. L’elettorato meridionale però sembra aver, negli ultimi anni, girato lo sguardo in altra direzione. Come si riconquista quello che è sempre stato il vostro bacino elettorale di riferimento?

Lavoriamo mettendoci sempre al servizio dei cittadini. Superbonus, Patto per l’Export, Spazzacorrotti, Reddito di cittadinanza sono solo alcuni dei provvedimenti portati a casa a favore della comunità. Dobbiamo continuare a dare risposte a imprenditori, lavoratori, artigiani, partite Iva, autonomi e famiglie. Mettere in campo strumenti che aiutano il ceto medio, come l’assegno unico o i nuovi criteri per favorire condizioni di uguaglianza in tutte le città su asili nido e servizi sociali.

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Lavoriamo per l’unità, usando testa e cuore. Come sempre troveremo una soluzione. 

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