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Antonio Tajani – Manfred Weber: “L’Ue riprenda il controllo del Mediterraneo, gli egoismi nazionali portano insicurezza” (La Stampa)

L’Ue riprenda il controllo del Mediterraneo gli egoismi nazionali portano insicurezza
L'Ue riprenda il controllo del Mediterraneo gli egoismi nazionali portano insicurezza

L’Europa sta camminando bendata verso una nuova crisi migratoria. Nei primi quattro mesi del 2023 più di 80.000 persone hanno attraversato illegalmente i confini della Ue. Se guardiamo alla sola rotta del Mediterraneo centrale, gli attraversamenti illegali sono aumentati di quasi il 150% rispetto allo stesso periodo del 2022. Queste cifre si traducono in centri per rifugiati sovraffollati, aumento dei controlli alle frontiere interne della Ue e, soprattutto, in più uomini, donne e bambini che rischiano la vita cercando di raggiungere l’Europa. L’Unione Europea ha urgente bisogno di correggere la sua politica migratoria, prestando particolare attenzione al Mediterraneo centrale, dove gli arrivi irregolari continuano ad aumentare nonostante lungo le altre rotte si osservi una diminuzione dei flussi.

Per avere successo, occorrerà costruire una politica migratoria che dimostri l’unità di tutti gli Stati membri e la volontà di trovare soluzioni condivise. Non centreremo mai l’obiettivo se continueremo a chiudere i confini nazionali e a discutere su chi dovrebbe accogliere gli ultimi migranti sbarcati sulle nostre coste, se invece della solidarietà europea a prevalere saranno gli egoismi nazionali. Il Mediterraneo è il confine meridionale dell’Unione Europea. I tanti porti italiani che faticano a tenere il passo con il crescente numero di barconi di migranti, sono le porte d’ingresso dell’Europa.

Per riprendere il controllo della situazione, abbiamo bisogno di una strategia basata su due pilastri: una protezione rafforzata delle frontiere esterne e una maggiore solidarietà europea verso le persone bisognose, come coloro che fuggono dalle guerre. Accogliendo oltre 4 milioni di rifugiati ucraini, le nostre comunità locali hanno già dato una straordinaria dimostrazione di solidarietà.

Allo stesso tempo però, i cittadini chiedono soluzioni pragmatiche per contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Qui essere ingenui significa essere irresponsabili e alcuni partiti hanno trascurato troppo a lungo l’aspetto della sicurezza della migrazione. Socialisti e Verdi ad esempio, insieme agli estremisti di sinistra, si sono opposti allo stanziamento di risorse europee per le infrastrutture di protezione delle frontiere. È solo l’ultima di molte decisioni irresponsabili. I Verdi al Parlamento europeo hanno sistematicamente cercato di bloccare tutte le iniziative per creare condizioni ordinate alle nostre frontiere esterne, votando anche contro l’accordo Ue-Turchia sui rifugiati e contro l’estensione dei poteri dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, Frontex. La Sinistra nella Ue utilizza ancora la crisi dei migranti in maniera demagogica, per alimentare la retorica di una destra che non rispetta i diritti fondamentali delle persone, confondendo immigrazione legale e illegale. In questo modo questi partiti hanno indebolito l’Europa e danneggiato i suoi cittadini.

Per avere più sicurezza nell’Unione Europea, dobbiamo trovare misure più efficaci, che impediscano alle organizzazioni criminali e agli Stati stranieri di sfruttare i migranti. Continuare ad essere ingenui sarebbe un regalo per i contrabbandieri di disperati.

Una politica migratoria efficace, basata sulla solidarietà e sulla sicurezza, deve iniziare col rendere sicuri i nostri confini. Sono le autorità degli Stati Membri a dover decidere chi entra in Europa, non i trafficanti. I contrabbandieri fanno parte di un giro d’affari illegale multimiliardario. Solo sostenendo l’applicazione delle norme internazionali ed europee lungo tutti i nostri confini, possiamo spezzare il modello di business di questi criminali. L’Europa deve agire con decisione nel Mediterraneo.

La Ue dovrebbe anche stabilire un codice di condotta per le navi delle Ong in missione di salvataggio per garantire il controllo democratico e proteggere la nostra sicurezza comune. Negli ultimi dieci anni nel Mediterraneo sono morte oltre 26mila persone, ingannate da trafficanti che spacciano false speranze. Per fermare questa tragedia umana, dobbiamo collaborare con i Paesi di transito e istituire centri di registrazione e accoglienza anche al di fuori dell’Europa, che fungano da piattaforme di sbarco per pattugliamenti e missioni di soccorso. Alla nostra guardia di frontiera e costiera deve essere affidata una nuova missione di pattugliamento nel Mediterraneo, in stretta collaborazione con i Paesi di transito.

Dobbiamo impedire che tante persone intraprendano viaggi della disperazione, creando al contrario percorsi legali e corridoi umanitari. Il viaggio verso l’Europa deve essere sicuro, legale e dignitoso. La cooperazione con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo è fondamentale per controllare i flussi migratori. La Tunisia ha sostituito la Libia come Paese di transito più importante del Nord Africa: degli oltre 45mila migranti che hanno raggiunto l’Italia quest’anno, più della metà è partita dai porti tunisini. Raggiungere un accordo globale con la Tunisia, simile a quello con la Turchia nel 2016, è una priorità se vogliamo riprendere il controllo del Mediterraneo. Per risolvere il problema migratorio nella sua complessità, non basta concentrarsi solo sull’ultima e più visibile tappa di un percorso che parte da lontano. Dobbiamo continuare a lavorare a stretto contatto con i nostri partner in Africa sub -sahariana per affrontare le cause profonde della migrazione. Investendo in aree come l’agricoltura, l’energia e la tecnologia in questi Paesi, possiamo creare le condizioni affinché le persone non rischino più la vita attraversando il deserto e il mare.

Insieme, possiamo offrire possibilità concrete a uomini, donne e bambini, nelle proprie terre d’origine. Dobbiamo definire urgentemente la politica migratoria europea, per proteggere sia i cittadini europei, sia coloro che hanno bisogno del nostro aiuto. Non possiamo commettere gli stessi errori del 2015 e andare incontro ad una nuova crisi migratoria, solo perché non siamo in grado di unirci e trovare soluzioni comuni. L’Unione europea deve restare unita per riprendere il controllo del Mediterraneo e mostrare il meglio della solidarietà europea.

  • Autore: Antonio Tajani - Manfred Weber
  • Testata: La Stampa

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