Nuovo passo avanti dell’Ambasciata d’Italia a Londra verso “Zero Waste”. Grazie ad un accordo con Novamont e Green Network, due aziende italiane leader nell’economia sostenibile, in due mesi è stata ridotta del 20% la quantità di rifiuti non riciclabili prodotta, mentre il 100% dell’energia consumata proviene ora da fonti rinnovabili.
Nel presentare l’iniziativa, che rientra nel piano d’azione Farnesina Verde, l’ambasciatore Raffaele Trombetta ha fornito le cifre di questo impegno: ”La nostra Rappresentanza diplomatica è impegnata da alcuni mesi nello sviluppo del progetto “Ambasciata Zero-Waste”, per una gestione più razionale dei rifiuti e dell’approvvigionamento energetico. I risultati si vedono già: da quando è stato inaugurato il nuovo corso, ad aprile, nelle nostre misurazioni periodiche registriamo una riduzione di circa il 20% dei rifiuti non riciclabili prodotti. I rifiuti indifferenziati rappresentano ora solo circa il 20% del totale a fronte di circa un 50% di raccolta differenziata e di circa un 30% di scarto organico”.
Questa scelta virtuosa, che fa dell’Ambasciata d’Italia la prima nel Regno Unito ad essersi posta un obiettivo di ecosostenibilità così onnicomprensivo, “ha portato a minimizzare l’uso di prodotti usa e getta, ad adottare prodotti compostabili quando necessario e a garantire che il rifiuto organico sia raccolto e trasformato in Humus di qualità”, ha aggiunto l’AD di Novamont Catia Bastioli.
Quanto al fronte energia l’Ambasciata ha siglato un accordo con Green Network per la fornitura di luce e gas, al 100% da fonti rinnovabili. L’energia va ad integrare quella già proveniente dai pannelli fotovoltaici installati e resi operativi nel 2015.
“Green Network Energy è il primo fornitore indipendente italiano nel Regno Unito”, ha detto Sabrina Corbo, cofondatrice e vicepresidente esecutivo di Green Network, aggiungendo che “i trend di mercato dei nostri clienti, sia in Italia che nel Regno Unito, sono in forte crescita per la domanda di energia 100% verde, il che dimostra l’attenzione di ognuno di noi ad avere un ruolo più attivo e proattivo verso la protezione e il rispetto dell’ambiente”.
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