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L’Intervista: Amb. Iannucci, l’interesse cinese per l’Italia è crescente

La ‘domanda’ di Italia da parte della Cina è crescente, a dispetto della crisi economica. I numeri, infatti, dicono che nel 2011 i turisti cinesi in Italia sono aumenti del 130%. Lo rende noto l’Ambasciatore a Pechino Massimo Iannucci in un’intervista alla rivista cinese on-line Sohu, nel corso della quale sono state affrontate diverse tematiche: dalla crisi economica nell’Eurozona all’impatto del nuovo governo sulle aspettative degli italiani, fino ai rapporti economici e di amicizia tra l’Italia e la Cina.


1. S.E. Ambasciatore, la crisi del debito europeo ha creato problemi a molti Paesi d’Europa e causato la caduta del governo (italiano); anche l’Italia, in quanto membro del G8, ne ha risentito. Ci può spiegare quali meccanismi hanno portato al verificarsi in Italia della crisi del debito?


Nel 2011 la crisi del debito sovrano originata in Grecia, Irlanda e Portogallo si è riversata su economie più grandi come la Spagna e l’Italia. La coesistenza di elevati debiti pubblici e crescita stenta all’interno della zona dell’euro ha aggravato i problemi strutturali delle diverse economie, offrendo agli speculatori finanziari internazionali spazio per realizzare cospicui profitti. Parallelamente, l’aumento dei costi di finanziamento del settore pubblico si è trasmesso alle condizioni generali di credito; in un contesto globale caratterizzato dal rallentamento dell’attività economica e degli scambi, il peggioramento del clima di fiducia di imprese e consumatori sta influenzando negativamente la domanda aggregata, accentuando dunque gli effetti della crisi stessa. I mercati finanziari, ma anche la stampa internazionale, stanno tuttavia reagendo eccessivamente rispetto all’evoluzione della situazione economica e finanziaria in Europa e Italia, alimentando un circolo vizioso di misure restrittive, domanda debole e difficoltà finanziarie. L’Italia conserva solidi fondamentali economici, elevata capacità produttiva, oltre che risorse umane qualificate, dotate di creatività ed ingegno, frutto della prestigiosa storia culturale del nostro paese. Le istituzioni europee stanno affrontando la crisi con strumenti nuovi creati negli ultimi mesi, e i diversi paesi stanno adottando significative riforme strutturali, anche in materia di finanze pubbliche; il concorso di questi interventi mira a ristabilire la fiducia dei mercati e a porre solide basi per la crescita futura.


2. La crisi del debito ha portato alla caduta del Governo Berlusconi e ora la carica di Presidente del Consiglio è in mano all’economista Mario Monti. Secondo il suo punto di vista, quanto la formazione di un nuovo Governo può aiutare la risoluzione della crisi e quali sono le speranze degli italiani?


Le dimissioni del Presidente del Consiglio Berlusconi non sono direttamente collegate alla crisi del debito italiano, anche se indubbiamente la congiuntura economica influenza fortemente l’azione del Governo. Attualmente il Presidente Monti è partito con nuovo slancio per superare le difficoltà in atto, fermo restando che in una fase di grande incertezza sulla scena mondiale è difficile formulare previsioni. Di sicuro la speranza mia e degli italiani è che si ristabilisca al più presto una situazione di stabilità. La formazione di un Governo tecnico può dare alcune risposte a lungo attese dalla società civile italiana, in particolare miranti a intaccare rendite e privilegi che hanno rallentato il ritmo di sviluppo del paese negli ultimi anni. Dopo essersi inizialmente concentrato sul miglioramento delle finanze pubbliche, il nuovo Governo di Mario Monti è, infatti, impegnato in un programma di rilancio della crescita, che mira a liberare energie già presenti nell’economia italiana a lungo trattenute all’interno del sistema. Le misure del Governo mirano a contrastare l’evasione fiscale, ad aumentare la flessibilità e la produttività del mercato del lavoro, a limitare le spese delle pubbliche amministrazioni, a liberalizzare il settore dei servizi, innalzando la concorrenza, a incentivare la capitalizzazione delle PMI con l’obiettivo di aumentarne la dimensione media, a investire in infrastrutture e rilanciare lo sviluppo delle regioni meridionali italiane.


3. Molti media occidentali stanno parlando del fatto che la Cina salverà l’Europa; in quale modo la Cina può avere un ruolo in questa crisi? Secondo Lei, l’Europa può uscire da questa situazione di crisi autonomamente? Come vede le relazioni tra Cina e Europa a questo riguardo?


L’Europa ha bisogno della Cina, almeno quanto la Cina ha bisogno dell’Europa, dati i rapporti commerciali, finanziari, monetari e politici tra le due aree; un’azione di sostegno finanziario da parte cinese alla UE appare praticabile innanzitutto tramite organismi multilaterali, in primis attraverso il Fondo Monetario Internazionale, all’interno di un contesto di maggiore collaborazione strategica tra UE e Cina. Un ulteriore contributo determinante che la Cina può offrire per la soluzione dell’attuale crisi economica e finanziaria consiste in interventi di politica economica domestica che correggano gli squilibri esterni provocati da un modello di sviluppo sbilanciato verso gli investimenti e il settore manifatturiero, che hanno a lungo sfavorito la domanda interna. Detto questo, l’Europa ha tutti i mezzi economici e interpretativi per uscire dalla crisi con le proprie forze, a patto di rinnovare lo spirito comunitario che ha consentito all’Unione Europea, di cui l’Italia è uno dei Paesi fondatori, di raggiungere negli ultimi 60 anni risultati in precedenza neanche lontanamente immaginabili.


4. L’Italia è una delle mete preferite di un gran numero di turisti cinesi; questa crisi presente a livello europeo ha avuto conseguenze sul flusso di turisti cinesi in Italia nel corso dell’anno?


“Nel corso del 2011 sono aumentate di oltre il 130% le presenze di turisti cinesi in Italia, per un totale di oltre 230mila visti (contro i 100mila del 2010), in misura superiore ad ogni altro Paese europeo e in ogni caso in misura superiore ad ogni più rosea aspettativa, come frutto di una politica di facilitazione nella concessione dei visti, nel pieno rispetto della normativa italiana ed europea Schengen, che ho voluto adottare in Ambasciata. E’ stato aumentato il personale dedicato per la trattazione delle pratiche dei visti turistici e affari e i risultati non si sono fatti attendere, segno che la ‘domanda’ di Italia è crescente. Prevediamo che anche nel 2012 questa tendenza prosegua ulteriormente, con l’obiettivo di accrescere ancora di più il numero di turisti, imprenditori e studenti verso l’Italia”.


5. Recenti inchieste dei media hanno riportato episodi a sfondo criminale in Italia: pensa che questa tendenza possa avere una relazione con il periodo di crisi? Pensa che il verificarsi di tali episodi influenzerà il settore del turismo verso l’Italia?


La crisi economica purtroppo favorisce le attività criminali e le situazioni di illegalità. Tuttavia si tratta di degenerazioni episodiche e i fatti dimostrano che questo non ha condizionato il settore del turismo verso l’Italia né credo che lo influenzerà in futuro.


6. Il 2011, anno della Cina in Italia, volge al termine; gli organismi per gli affari esteri cinesi sono molto attivi: quali attività pensa di organizzare l’Italia per promuovere lo sviluppo delle relazioni tra i due Paesi?


Gli incontri bilaterali di alto livello istituzionale previsti per quest’anno offriranno certamente l’occasione per rafforzare le relazioni tra Italia e Cina e sviluppare ulteriormente il clima per gli affari. Inoltre voglio anche ricordare le prossime riunioni del Comitato intergovernativo e della Commissione Mista Italia-Cina, che si terranno a Roma nei prossimi mesi e l’organizzazione dell’Expo 2015 a Milano come occasione di forte integrazione sul piano economico, accademico e turistico. A questo bisogna aggiungere le attività che stiamo organizzando con le televisioni e i media cinesi per aumentare la consapevolezza del pubblico cinese per quanto concerne la cultura e l’economia dell’Italia nonche’ la stretta collaborazione con il Ministero del Commercio cinese partecipando a fiere ed incontri d’affari che si terranno quest’anno a Pechino in diversi settori, con l’obiettivo di lavorare insieme per crescere nell’interesse di entrambi i nostri paesi.