L’Italia ha sospeso l’attività della propria Ambasciata a Damasco e rimpatriato lo staff della sede diplomatica. La decisione è stata adottata “anche in considerazione delle gravi condizioni di sicurezza, insieme ai principali partner dell’Unione Europea” e per “ribadire la più ferma condanna verso le inaccettabili violenze attuate dal regime siriano nei confronti dei propri cittadini”.
L’Italia, “continuerà a sostenere il popolo siriano e a lavorare per una soluzione pacifica della crisi, che ne garantisca i diritti fondamentali e le legittime aspirazioni democratiche” e a sostenere “pienamente gli sforzi dell’Inviato Speciale dell’ ONU e della Lega Araba, Kofi Annan, per ottenere uno stop immediato alla violenza e per consentire l’accesso degli operatori umanitari e l’avvio del dialogo politico”.
Nei giorni scorsi Annan si è recato a Damasco per colloqui con il presidente Assad al quale ha sottoposto un “pacchetto” di proposte: arresto immediato della violenza, accesso degli operatori umanitari e dialogo politico. “Ho presentato una serie di proposte concrete, che abbiano un impatto sulla situazione reale, dicendo ad Assad che la mia principale preoccupazione è il benessere della popolazione e che dovremmo mettere la gente al centro di tutti i nostri sforzi”, ha detto Annan.
Anche per l’Italia, come più volte sostenuto dal Ministro Terzi, la priorità è assicurare aiuti alla popolazione che “soffre”, portare aiuti a città distrutte come Homs e far cessare “questa tecnica di distruzione progressiva di ogni singolo centro che si è ribellato al potere di Assad”. La diplomazia italiana lavora, anche in sede Onu, affinchè sia adottata una “tregua umanitaria e consentire l’accesso ai convogli umanitari”. Iniziative in tal senso sono state intraprese da Terzi nel corso del Consiglio dei Ministri esteri Ue a Bruxelles che ha varato un nuovo pacchetto di sanzioni contro il regime di Assad, e a Copenaghen, dove si è svolto una riunione informale dei ministri degli esteri Ue, la scorsa settimana.