Come prevenire un genocidio? Come individuare quegli specifici indicatori che potrebbero preludere al compimento di uno dei più atroci crimini della storia dell’umanità? E su questi temi che il 20 giugno alla Farnesina ha ruotato la conferenza ‘Genocide Preventionand Responsibility to Protect: the Un Early Warning Mechanism’, organizzato dal Ministero degli Affari Esteri in collaborazione conl’ Ispie con il Consigliere Speciale del Segretario Generale dell’ Onu per la Prevenzione del Genocidio, Adama Dieng, come principale relatore.
Gli indicatori che registrano il rischio di un genocidio
Proprio l’azione di monitoraggio delle varie aree considerato a rischio è stata l’oggetto dell’analisi di Dieng, secondo il quale indicatori come le discriminazioni etniche, religiose onei confronti di un gruppo specifico, il persistere di tensioni interne, la presenza di gruppi armati, il rafforzamento delle forze di sicurezza in una determinata regione possono costituire il preludio al verificarsi di casi di genocidio. Per questo – ha sottolineatoDiengcitando Siria, Sahel, Myanmar e Repubblica Democratica del Congo tra le aree più a rischio– è importante mettere in campo un meccanismo di prevenzione che possa contare sulla solidarietà di tutta la comunità internazionale creando “una resistenza al rischio di genocidio” basata soprattutto sull’ affermazione dello Stato di diritto.
Adama Dieng, ruolo importante Italia per costruzione mondo libero da atrocità
Si tratta, quindi, di un meccanismo di allerta, che ha lo scopo di raccomandare al Consiglio di Sicurezza dell’Onu azioni necessarie per evitare situazioni di genocidio e che ha nella Convenzione per la Prevenzione e la Repressione del Genocidio il suo quadro giuridico di riferimento, ha ancora aggiunto Diengsotto lineando “il ruolo importante dell’Italia per la costruzione, per le future generazioni, di un mondo libero dal flagello di questi crimini”.
Bonino, per crimini contro umanità fare ricorso a Corte Penale Internazionale
La collaborazione tra il Ministero degli Esteri e le Nazioni Unite in questo settore ha infatti ormai acquisito una certa rilevanza e continuità, come testimoniato anche dalla visita del Consigliere Speciale dell’Onu alla Farnesina, dove ha incontrato il ministro degli Esteri Emma Bonino. Entrambi hanno sottolineato l’importanza di prestare maggiore attenzione alle cause che provocano ondate di rifugiati e alle violenze settarieche in alcune parti del mondo stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di intere comunitàe gruppi religiosi. E la titolare della diplomazia italiana ha rimarcato come, per i crimini contro l’umanità, “in assenza dellavolontà dei governi o della possibilitàdi determinare le responsabilità, si debba far ricorso alla Corte Penale Internazionale”.
Pistelli, difesa diritti umani è imperativo morale per ogni Stato del mondo
L’attenzione dell’ Italia alla prevenzione di situazioni di genocidio è stata infine ribadita nel corso della conferenza anche dal Vice ministro degli Esteri Lapo Pistelli, Ogni Stato ha la responsabilità di proteggere i propri cittadini. Se un popolo è vittimizzato da parte delsuo stesso governo, la comunità internazionale non può restare indifferente”. Agire ”e’ un imperativo morale ma anche un diritto giuridico”, ha aggiunto Lapo Pistelli spiegando come ‘la promozione e la protezione dei diritti umani siauna delle prime priorità delle nostra politica estera. Siamo convinti che la prevenzione del genocidio comincia assicurando che tutti i gruppi di una società usufruiscano di ogni diritto e dignità che loro spetta”.