Il numero di profughi siriani registrati in Libano ha superato la soglia del milione: lo ha reso noto l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), Antonio Guterres. A questi vanno aggiunti gli oltre un milione e mezzo che vivono in altri Paesi confinanti della Siria e i circa 6,5 milioni di sfollati interni. “Un record disastroso – ha aggiunto il Commissario – aggravato dal fatto che le risorse si stanno esaurendo rapidamente e la comunità che li ospita è vicina al punto di rottura”. Il Libano, in una regione piena di tensioni derivanti, in particolare, dal persistere della crisi siriana, e dove nel sud del Paese vi sono i militari italiani della forza dell’Onu e il comandante italiano della stessa Unifil, diventa così il Paese con il più alto numero di profughi al mondo in rapporto ai suoi poco più di 4 milioni di abitanti.
“Erosione della pace e della sicurezza”
L’arrivo in Libano di questa massa di persone che hanno perso quasi tutto rischia di provocare una “erosione della pace e della sicurezza in questa fragile società e in tutta la regione”, ha affermato l’Alto commissario. In primo luogo vi è l’impatto sulle infrastrutture e i servizi, come l’acqua, l’elettricità, le scuole e il sistema sanitario, in un Paese come il Libano che già si trova alle prese con gravi carenze.
Sostegno dell’Italia a rafforzamento esercito nazionale
Il Ministro Federica Mogherini che ha incontrato alla Farnesina, nello scorso mese di marzo, il suo collega libanese Gebran Bassil, ha sottolineato il ruolo dell’Italia impegnata in uno sforzo comune con altri partner internazionali per rafforzare le forze armate libanesi, allo scopo di stabilizzare un Paese posto in una posizione strategica nel Medio Oriente, al centro di numerosi e gravi conflitti. Prima dell’inizio dell’estate si svolgerà a Roma una conferenza internazionale per elaborare un piano di sostegno delle forze armate libanesi. In programma nel corrente mese di aprile una riunione tecnica preparatoria.
Gli aiuti della Cooperazione italiana
La Banca Mondiale ha calcolato che le perdite economiche per il Libano nel 2013 sono state pari a 2,5 miliardi di dollari. Le varie agenzie dell’Onu hanno lanciato appelli alla comunità internazionale per aiuti finanziari pari a 1,89 miliardi di dollari per il 2014. La Cooperazione Italiana ha una presenza ormai consolidata ed è uno dei partner privilegiati del Paese. L’Italia è il secondo donatore europeo, dopo la Francia, con oltre 60 programmi in corso. I settori di intervento sono molteplici. In particolare, nel settore ambientale e in quello dello sviluppo locale l’Italia è il principale donatore bilaterale; nel settore sanitario e sociale, particolare attenzione e’ rivolta alle fasce più vulnerabili ed ai rifugiati palestinesi; sostegno, inoltre, allo sviluppo rurale, al turismo religioso e culturale.
Un modello per altre realtà
Nell’ambito del Decreto missioni 2013 “Siria e Paesi confinanti”, una parte delle risorse è stata destinata a favore della popolazione siriana rifugiata in Libano, nel settore scolastico, sanitario e della formazione professionale, attraverso strumenti di intervento bilaterali già esistenti in Libano, nonché attraverso il canale multilaterale (Unicef, Unhcr, Unrwa e Undp). In linea con i principi della “Good Humanitarian Donorship Initiative” (Ghd) in tema di coordinamento civile e militare, l’esempio del Libano è stato considerato come un modello per altre realtà in cui operano contemporaneamente forze militari e civili di cooperazione.