Il Sottosegretario Benedetto Della Vedova ha partecipato all’evento online “Myanmar. Azioni nazionali e internazionali per un paese nuovo democratico e federale”, organizzato dall’East West European Institute, dall’Associazione Italia-Birmania insieme e dal Torino World Affairs Institute.
“L’Italia sostiene con determinazione un fronte compatto in tutte le sedi internazionali per rivendicare l’immediato rilascio di tutte le persone arbitrariamente detenute, a partire da Aung San Suu Kyi, del presidente U Win Myint e della leadership civile” – ha detto il Sottosegretario – “Sono stati avviati contatti esplorativi con tutti i partner regionali rilevanti e sosteniamo fortemente l’azione di mediazione dei nostri Partner ASEAN”.
“L’azione italiana a difesa dei diritti umani nel Paese si è particolarmente profilata in ambito Nazioni Unite, in particolare nel Consiglio Diritti Umani (CDU), e di Organizzazione Internazionale del Lavoro, per la tutela dei diritti e delle libertà sindacali.” – ha proseguito il Sottosegretario – “In questi contesti abbiamo reiterato tramite interventi nazionali, incluso del Ministro Di Maio nel segmento di alto livello del CDU dello scorso febbraio, la nostra più ferma condanna del colpo di stato e richiesto con forza ai militari di rispettare i diritti umani e fermare l’uso eccessivo della forza.”
Della Vedova ha anche riferito di un’azione di sensibilizzazione presso le aziende italiane affinché siano tutelate le posizioni giuridiche dei rispettivi lavoratori, evitando penalizzazioni di carattere economico o licenziamenti. Il MAECI, sulla base del Rapporto finale pubblicato nel 2019 dalla Missione internazionale di accertamento dei fatti sul Myanmar istituita dal Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, ha proseguito nell’azione avviata sin dall’autunno 2019 per sensibilizzare le nostre imprese sull’importanza di evitare rapporti di affari con i militari.
“In ambito UE, l’Italia ha contribuito all’adozione delle prime misure restrittive nei confronti di 11 individui responsabili di aver messo a repentaglio la democrazia e lo stato di diritto in Myanmar.” – ha quindi concluso – “Continuiamo a lavorare in ambito UE, per ulteriori misure che colpiscano anche gli interessi economici dei militari, senza mettere a repentaglio le fasce più vulnerabili della popolazione.”