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Obiettivo SPARKLING, Pmi e filiere italiane a prova di futuro

Obiettivo SPARKLING, Pmi e filiere italiane a prova di futuro
Obiettivo SPARKLING, Pmi e filiere italiane a prova di futuro

Saranno innovazione, sostenibilità ed export gli elementi che spingeranno la competitività del Made in Italy nel mondo. Una ricetta tanto semplice quanto efficace che viene delineata in uno studio firmato da SACE dal titolo evocativo: “Obiettivo SPARKLING: Pmi e filiere italiane a prova di futuro”. Nel documento, realizzato in collaborazione con The European House – Ambrosetti, si evidenzia il ruolo cruciale delle Pmi italiane e delle filiere produttive nel contesto globale e si analizzano le strade che possono rafforzarne la portata.

Uno dei concetti chiave del documento è l’importanza della filiera come modello di sviluppo e organizzazione produttiva. Le filiere rappresentano un network di imprese che collaborano lungo tutta la catena del valore di un determinato prodotto, dalla fornitura delle materie prime alla distribuzione finale. Questa modalità operativa consente una gestione più coordinata e integrata di tutte le fasi produttive, migliorando l’efficienza, l’innovazione e la sostenibilità. Il passaggio da un modello di distretto industriale a uno di filiera produttiva è presentato come una naturale evoluzione, necessaria per affrontare le sfide di un mercato globale e competitivo.

Il modello distrettuale tradizionale, basato sulla vicinanza geografica e sulla specializzazione settoriale, è ancora oggi uno dei tratti distintivi e vincenti del sistema produttivo italiano e di conseguenza del Made in Italy. Tuttavia, i distretti industriali hanno storicamente avuto successo nel concentrarsi su singole fasi della produzione, una caratteristica che oggi, all’interno di un contesto sempre più internazionale, può risultare limitante. La filiera moderna si distingue invece per la capacità di integrare verticalmente tutte le fasi della catena del valore, migliorando la qualità del prodotto e permettendo una maggiore penetrazione nei mercati internazionali. L’accesso ai mercati globali, attraverso le filiere, permette alle imprese di espandersi, diversificare i rischi e cogliere nuove opportunità di crescita.

Il sistema produttivo italiano conta la presenza di 160 distretti industriali, che rappresentano il 25% dell’export manifatturiero nazionale (circa 150 miliardi di euro nel 2023). I distretti sono concentrati principalmente in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Toscana, regioni che occupano posizioni di leadership nell’export. La Lombardia, ad esempio, contribuisce al 24,1% delle esportazioni distrettuali, seguita dal Veneto (21,8%) e dalla Toscana (15,6%). La forza dei distretti risiede nella specializzazione settoriale, basti pensare all’agroalimentare, alla moda e alla meccanica. Anche in termini di filiera, l’agroalimentare è molto importante, insieme all’edilizia e ai mezzi di trasporto su gomma; le tre filiere da sole rappresentano il 32% del valore aggiunto nazionale. A queste si aggiungono macchine industriali, abbigliamento, energia, sanità e farmaceutica per un totale di otto filiere a “elevata rilevanza sistemica” che contribuiscono al 56% del valore aggiunto, al 52% dell’occupazione e al 67% dell’export.

Nel suo studio, SACE introduce quindi un concetto riassunto nell’acronimo SPARKLING, che sintetizza le qualità necessarie per un’impresa per mantenere la competitività e affrontare le sfide future: Smart, Proactive, Agile, Revolutionary, Kinetic, Leader, Innovative, New, Green. Adottando questo approccio, viene sottolineato, le imprese possono garantire una transizione sostenibile e mantenere il loro peso sui mercati internazionali. La strategia SPARKLING promuove l’adozione di nuove tecnologie e un focus sulla sostenibilità, spingendo le imprese a essere più flessibili, innovative e preparate ai cambiamenti del mercato globale.

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