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Terzi:« L’Onu deve bandire le mutilazioni genitali. Ecco la battaglia che l’Italia vuole vincere» (Io Donna)

Negli ultimi mesi il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata ha compiuto molti viaggi in Africa, anche missioni rischiose come quella a Mogadiscio, colmando una lunga (e colpevole) assenza italiana in quella regione. «Ho incontrato donne straordinarie» racconta. «Due soprattutto: il premio Nobel perla Pace del 201I, la liberiana Leymah Gbowee, e la tunisina Lina Ben Mehnni. Sono rimasto impressionato dalla loro determinazione e forza». Leymah Gbowee ha dato vita a una coalizione di donne cristiane e musulmane che si sono opposte al dittatore liberiano Charles Taylor con ogni mezzo non violento a loro disposizione, contribuendo alla pacificazione del Paese. Lina Ben Mehnni è la blogger tunisina che, con straordinario coraggio, postava sul suo blog le immagini e i racconti della rivoluzione dei gelsomini, dando un contributo fondamentale alla primavera araba. «Come @giulioterzi sono un suo “follower” su “Twitter e ho seguito la rivoluzione anche attraverso gli hashtag del suo profilo, da #sidibouzid, il piccolo villaggio culla della rivoluzione, a #tunisia».


Le ambasciatrici africane a Roma hanno detto che l’Italia è determinante nelle relazioni internazionali dell’Africa. Il nostro Paese ritiene altrettanto determinante il ruolo delle donne africane? Sono il vero interlocutore?


«Il livello di partecipazione delle donne alla vita politica è un indicatore fondamentale del progresso civile di un Paese, ed è un aspetto al quale viene riservata un’attenzione particolare nella nostra azione di politica estera e di cooperazione con l’Africa. Sosteniamo e incoraggiamo le evoluzioni in questa direzione, che sono tangibili. Penso ai processi di transizione democratica nei Paesi delle primavere arabe. In Libia le donne hanno rappresentato il 45% dell’elettorato delle prime elezioni libere evi erano 540 candidati donna, su un totale di 1.662, in lizza per i seggi riservati ai rappresentanti dì partito. In Tunisia quasi 4.000 donne si sono candidate per uno dei 217 seggi dell’Assemblea Costituente, che oggi è composta per un quarto da donne»


E oltre il Maghreb?


«Il Presidente della Liberia, Ellen Johnson Sirleaf, è la prima donna eletta capo di Stato in Africa. In Somalia, pochi giorni dopo la mia missione a Mogadiscio è stata nominata ministro degli Esteri, per la prima volta nella storia del Corno d’Africa, una donna, Fauzia Yusuf Haji Adan. La Commissione dell’Unione Africana è retta, dal luglio scorso, per la prima volta da una donna, la sudafricana Nkosazana Dlamini-Zuma».


In concreto quali sono le iniziative diplomatiche nei confronti delle donne africane?


«L’Italia è in prima linea per I’adozione di una risoluzione Onu che bandisca la pratica disumana delle mutilazioni genitali femminili. Una battaglia che deve essere vinta. L’Africa è anche la regione del mondo in cui concentriamo la maggior parte dei programmi di sostegno alle donne, con un investimento di 3o milioni di euro negli ultimi 3 anni. Finanziamo progetti in molti Paesi del Continente, in particolare nell’agricoltura, nella formazione e nel microcredito. Al lavoro delle donne si deve, infatti, l’80% della produzione agricola dell’Africa Sub-sahariana, cui però non corrisponde un’effettiva parità delle opportunità di promozione sociale. Le donne devono invece essere protagoniste della vita sociale, economica e politica in ogni Paese. Infatti il nostro impegno in questo senso non si ferma all’Africa. Penso per esempio alla dissidente cubana Yoani Sanchez, una personalità simbolo dell’impegno per i diritti della persona. Seguiamo con grande attenzione la sua vicenda».