Arriva a Bratislava, al Kino Lumiere, l’atteso documentario di Ottavio Rosati sullo stilista Roberto Capucci, “La Moda Proibita. Roberto Capucci e il futuro dell’Alta Moda”.
La proiezione, organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura, è stata introdotta dal regista che ha costruito attraverso una serie di conversazioni, aneddoti ed eventi un ritratto pieno di sfaccettature dello stilista famoso per i suoi abiti-scultura.
Alla fine degli anni ’50, a soli 26 anni, Cappucci fu considerato il miglior designer della moda italiana, portando con le sue creazioni una vera rivoluzione artistica e stilistica, tanto da aggiudicarsi insieme a Pierre Cardin e James Galanos il Boston Fashion Award. I suoi abiti – capolavori, più che semplici capi d’abbigliamento – erano creati con materiali originali da modellare in composizioni insolite, spesso con forme geometriche. Ma al di là delle immagini dei défilé, come quello alla Armoury di New York, o delle mostre dedicate alle sue creazioni, nel film trovano spazio testimonial d’eccezione, come la stilista Anna Fendi, e tanti racconti sui suoi rapporti con il mondo del cinema con cui tanto ha collaborato. Aneddoti su Silvana Mangano, Anna Magnani, Pier Paolo Pasolini, ma anche su Rita Levi Montalcini che alla consegna del Nobel indossava un suo abito di gala con piccole ali e code. Quello che esce è il ritratto di un couturier che ha rifiutato il sistema commerciale della moda basata sulle riviste e le sfilate, convinto che “chi è nella Moda è già fuori Moda”.