L’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen ospita una mostra fotografica di Ugo Mulas (1928-1973), considerato il fotografo più importante del secondo Novecento italiano.
L’evento, inaugurato lo scorso 15 giugno e aperto al pubblico (ingresso libero) fino al 20 agosto 2021, è stato realizzato in collaborazione con l’Archivio Ugo Mulas e IMF Foundation.
Mulas cominciò a lavorare negli anni Cinquanta a Milano ritraendo in parallelo la periferia operaia col suo carico di problemi e la scena artistica, ricca di personalità emergenti come Lucio Fontana e Piero Manzoni.
Intorno al 1960 il “miracolo economico” italiano ebbe tra i suoi effetti la proliferazione di riviste di qualità patrocinate da colossi industriali come Pirelli e da grandi case editrici come Garzanti, il cui fiore all’occhiello fu “L’Illustrazione Italiana”. Mulas lavorò stabilmente per questa rivista, e nel giugno del 1961 venne incaricato di un reportage in Danimarca, Paese che definì “sereno” rispetto al suo e del quale colse lo spirito nei più vari aspetti, dalla vita quotidiana alle eccellenze culturali. Soprattutto lo interessò il fenomeno del design, e rimase affascinato dal Louisiana Museum of Modern Art.
Da allora Mulas concentrò il suo interesse sugli artisti d’avanguardia, sul loro operare più che sulle loro opere: Steinberg, Calder, Rauschenberg, Warhol e tanti altri, consegnati alla storia dai suoi scatti.
La morte lo colse nel pieno della maturità, quando stava esplicitando le valenze teoriche dell’operare suo proprio.