Kiev, 7 maggio 2022 – L’Ucraina “è ancora nel pieno del conflitto”, ma l’apertura del presidente Volodymyr Zelensky sul ritiro dei russi alle posizioni del 23 febbraio, che lascerebbe in sospeso la questione della Crimea, “conferma il desiderio di fermare questa guerra”
“E l’Italia ha il dovere di credere in una soluzione diplomatica”, approfittando di queste “finestre di opportunità” e “dando un suo contributo”.
L’ambasciatore italiano a Kiev, Pier Francesco Zazo, spiega in un’intervista all’ANSA gli obiettivi del governo in tal senso: “Cercare di riavviare il percorso negoziale per arrivare prima a un cessate il fuoco e poi possibilmente ad un accordo di pace”.
A Kiev ci si domanda quali siano le intenzioni di Vladimir Putin per celebrare il Giorno della Vittoria, tra ipotesi di macabre parate nelle zone occupate, come Mariupol, e gesti dimostrativi. “È difficile fare previsioni su cosa accadrà il 9 maggio – risponde l’ambasciatore -. Da parte ucraina c’è un monito alla popolazione” a non ignorare gli allarmi, ma soprattutto “l’attesa di capire quale sarà la prossima mossa di Putin”. “Gli scenari sono vari: la mobilitazione generale o il prosieguo dell’attività militare in un conflitto a minore intensità destinato a continuare”. Gli ucraini ritengono infatti che “alla fine chi decide tutto è sempre e solo il presidente russo, dipende da lui”. Per questo, spiega ancora Zazo, “Zelensky ha fatto ripetuti inviti a incontrarsi direttamente con Putin al massimo livello: l’unico modo per arrivare a qualche progresso negoziale è parlare direttamente con lui”.
L’Italia del resto ha da subito “condannato l’aggressione russa” e mostrato “vicinanza” al governo e al popolo ucraini, anche riaprendo la sua ambasciata a Kiev, “primo Paese del G7 a farlo insieme alla Francia”, più di tre settimane fa dopo un breve periodo di attività a Leopoli. “Un gesto molto apprezzato dalle autorità ucraine e un segnale di fiducia nei loro confronti sul fatto che la capitale sia relativamente sicura”, sottolinea il diplomatico nel suo ufficio dalle finestre oscurate dai sacchi di sabbia. “Oggi sono 32 le ambasciate riaperte, sono tornati i britannici e gli americani dicono che torneranno presto. Vedo un trend positivo”.
“L’obiettivo è continuare a rafforzare i già ottimi rapporti con il governo ucraino”, prosegue Zazo spiegando come “l’Italia, terza economia europea e seconda industria manifatturiera, con un sistema economico in un certo senso complementare a quello ucraino, potrebbe svolgere un ruolo importantissimo negli sforzi di ricostruzione del Paese”. “Ovviamente è ancora presto, siamo ancora nella fase della guerra – precisa l’ambasciatore -, ma abbiamo contatti con Confindustria e tante altre aziende che guardano con interesse a un Paese che ha grosse potenzialità, in particolare nel settore agroindustriale, quello dei macchinari, delle rinnovabili e delle infrastrutture distrutte dalla guerra”. “Prima della guerra – ricorda infatti Zazo – l’Italia occupava saldamente il primo posto come partner nell’Ue, dopo la Germania e la Polonia”.
Il ruolo dell’ambasciata è anche quello di coordinare l’arrivo di aiuti umanitari nel Paese e “la crescente attività delle organizzazioni umanitarie italiane”: “Abbiamo dato 26 milioni di euro tramite le agenzie delle Nazioni Unite”, rivela.
Secondo Zazo, inoltre, l’aspirazione europea dell’Ucraina è ormai irreversibile e l’Italia la sostiene. “Gli ucraini sottolineano di combattere per la libertà e i valori degli Stati occidentali e quindi ritengono di aver acquisito un titolo di merito. Dargli una prospettiva come Paese candidato all’Ue è importante”. Già la guerra del 2014 nel Donbass, infatti, aveva “creato un trauma” nella popolazione ucraina, adesso con l’invasione “Putin ha creato un sentimento antirusso che prima non c’era”. “Ormai le giovani generazioni – conclude l’ambasciatore che nei primi anni 2000 era consigliere commerciale a Mosca – guardano all’Occidente, non hanno nostalgie sovietiche. E da questo non si torna indietro”. (ANSA)