L’Italia condanna con la massima fermezza l’aggressione ingiustificata e non provocata della Russia contro l’Ucraina, che costituisce una palese violazione del diritto internazionale e dei principi umanitari.
L’Italia sottolinea il suo pieno sostegno all’integrità territoriale dell’Ucraina, alla sua piena sovranità e indipendenza entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti e il suo impegno proattivo nell’ambito degli sforzi della comunità euro-atlantica a sostegno dell’Ucraina.
L’Italia sostiene inoltre pienamente il percorso europeo dell’Ucraina e ha contribuito attivamente alla concessione dello status di candidato all’UE a Kyiv.
In coordinamento con i partner, l’Italia condanna con forza i referendum farsa della Russia e l’annessione delle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhia e non riconoscerà mai tali atti illegali. L’ambasciatore russo a Roma è stato convocato il 3 ottobre presso il Ministero degli Affari Esteri per trasmettere questi messaggi.
Sosteniamo inoltre la futura ricostruzione dell’Ucraina, in linea con i principi e gli impegni approvati dalla Conferenza sulla ripresa dell’Ucraina tenutasi a Lugano il 4-5 luglio. In linea con le priorità della nostra azione diplomatica, chiediamo alla Russia di cessare immediatamente le ostilità, di assicurare un passaggio sicuro ai civili dando il proprio consenso e rispettando i corridoi umanitari e di astenersi da qualsiasi azione che possa colpire infrastrutture civili e critiche o impianti nucleari.
L’Italia continua a sollecitare la Russia a porre immediatamente fine alle sue misure escalatorie, compresa l’irresponsabile retorica nucleare, e sottolinea che qualsiasi uso di armi nucleari da parte della Russia sarà accolto con gravi conseguenze.
Respingiamo le azioni della Russia presso la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhya e le crescenti pressioni esercitate sul personale del sito. La sicurezza, la protezione e le salvaguardie dell’impianto nucleare sono fondamentali e sosteniamo pienamente gli sforzi dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica a questo proposito.
L’Italia continua altresì a chiedere alla Russia di impegnarsi in un dialogo mirato e in negoziati volti a stabilire un cessate il fuoco e misure umanitarie per elaborare una soluzione condivisa e sostenibile del conflitto.
L’Italia sostiene i colloqui e i contatti in corso tra Ucraina e Russia. Siamo consapevoli del grande divario tra le posizioni delle due parti, ma continuiamo a sentirci incoraggiati dalla volontà di entrambi di continuare ad impegnarsi.
A tal fine, l’Italia continuerà ad esercitare pressioni sulla Russia impegnandosi a livello multilaterale per garantire l’isolamento della Russia alla luce del suo insensato disprezzo dei valori, dei principi e delle norme dell’ordine internazionale, e per perseguirne la responsabilità per le gravi violazioni che ha commesso e che continua a commettere.
Durante la sua Presidenza di turno del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, l’Italia ha presieduto la riunione del Comitato nella quale è stata presa la decisione di sancire la cessazione dell’appartenenza della Federazione Russa al Consiglio d’Europa a partire dal 16 marzo.
In ambito OSCE, l’Italia ha condiviso la decisione di attivare due volte il Meccanismo di Mosca dell’OSCE sui diritti umani per l’istituzione di una missione di esperti incaricata di esaminare l’impatto sui diritti umani e umanitari dell’invasione e degli atti di guerra della Federazione Russa nei confronti della popolazione ucraina.
L’Italia sostiene l’azione dell’UE volta ad isolare e ad esercitare pressioni sulla Russia nei vari gruppi e riunioni dell’OMC, nonché a prendere in considerazione azioni per sospendere concessioni o altri obblighi nei confronti della Federazione Russa, quale la sospensione dello status di nazione più favorita. Analogamente, l’Italia sostiene l’azione dell’UE volta a sospendere il processo di adesione della Bielorussia.
Al contempo, l’Italia esorta gli attori principali a fare pressione sulla Russia affinché eserciti moderazione e faccia un passo avanti verso una soluzione diplomatica della crisi attraverso i colloqui di pace.
L’Italia sta lavorando con partner e alleati per individuare, prevenire, monitorare e reagire alla disinformazione russa, alla manipolazione delle informazioni e all’interferenza nelle informazioni.
L’Italia si è unita a più di 40 partner per deferire la situazione in Ucraina al procuratore della Corte Penale Internazionale, al fine di accelerare le indagini su presunti crimini di guerra, crimini contro l’umanità o genocidio commessi in Ucraina. In risposta alla richiesta del Procuratore Khan, l’Italia ha impegnato un contributo volontario di mezzo milione di euro al Fondo fiduciario istituito dalla Procura e ha espresso la disponibilità a schierare diversi esperti a supporto delle indagini della Corte. Fornisce inoltre un contributo aggiuntivo al Fondo fiduciario per le vittime.
Insieme ai suoi partner, l’Italia ha ripetutamente affermato il suo sostegno alla richiesta dell’Ucraina di avviare un procedimento contro la Russia presso la Corte Internazionale di Giustizia ai sensi della Convenzione sul genocidio del 1948. Lo scorso 15 settembre l’Italia, invocando l’articolo 63 dello Statuto della Corte, ha ufficialmente depositato una dichiarazione di intervento nel caso in questione.
L’Italia ha chiesto di intervenire come terza parte nel procedimento presso la Corte Europea dei diritti dell’uomo relativo alle accuse dell’Ucraina di violazioni massicce e gravi dei diritti umani commesse dalla Federazione Russa nelle sue operazioni militari.
L’Italia ha sostenuto attivamente l’adozione delle quattro Risoluzioni approvate dall’Assemblea Generale sull’aggressione russa all’Ucraina. L’ultima Risoluzione, adottata il 12 ottobre con il maggior numero di voti a favore dall’inizio del conflitto (143 sì, 5 no, 35 astensioni), ha indiscutibilmente respinto i “referendum farsa” organizzati dalla Russia e riaffermato i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite.
L’Italia ha aderito al Group of Friends of Accountability formatosi a seguito dell’aggressione contro l’Ucraina.
Nell’ambito del Consiglio per i Diritti Umani (CDU), l’Italia ha sostenuto attivamente le iniziative ucraine volte a denunciare le perduranti violazioni dei diritti umani e a promuovere l’accertamento delle relative responsabilità. All’inizio di marzo l’Italia ha appoggiato la richiesta di tenere un dibattito urgente sulla situazione dei diritti umani in Ucraina ed è stata tra i primi co-sponsor della risoluzione del Consiglio per i Diritti Umani, che ha istituito una commissione d’inchiesta internazionale e indipendente per accertare tutti i presunti abusi e violazioni dei diritti umani e le violazioni del diritto internazionale umanitario che si stanno verificando nell’ambito dell’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina. In occasione della 49esima sessione del Consiglio per i Diritti Umani, insieme ad altri 50 paesi (compresi tutti gli Stati membri dell’UE, gli USA e il Regno Unito), l’Italia ha anche sottoscritto una dichiarazione congiunta transregionale promossa dalla Polonia in cui ha espresso profonda preoccupazione per il deterioramento della situazione dei diritti umani nella Federazione Russa. Anche all’interno del Consiglio per i Diritti Umani (CDU), insieme ad altri 54 Paesi, compresi tutti gli Stati membri dell’UE, l’Italia ha sostenuto la convocazione della Sessione Speciale del 12 maggio sul deterioramento della situazione dei diritti umani in Ucraina a seguito dell’aggressione russa che ha portato all’adozione di una risoluzione co-patrocinata da tutti gli Stati membri dell’UE e adottata a larga maggioranza (33 voti favorevoli, 2 contrari e 12 astenuti), che approfondisce e rafforza il mandato della commissione d’inchiesta. Abbiamo continuato a sollevare l’attenzione sulla situazione dei diritti umani in Ucraina anche durante la 51a sessione del Consiglio (12 settembre-7 ottobre), anche intervenendo a titolo nazionale nel dialogo interattivo con l’Alto Commissario sul suo aggiornamento orale sulla situazione dei diritti umani in Ucraina. Sempre nell’ambito della 51a sessione del CDU, l’Italia ha co-sponsorizzato un evento a latere promosso dall’Ucraina sul tema dell’accountability.
L’Italia ha co-sponsorizzato la Decisione recentemente adottata dal Consiglio Esecutivo dell’UNESCO per ridurre l’impatto della guerra sul patrimonio culturale dell’Ucraina. Inoltre, l’Italia sta curando la delicata questione della sostituzione della Presidenza russa alla sessione di giugno del Comitato per il Patrimonio Mondiale e della relativa sede ospitante.
L’Italia ha votato la sospensione di tutte le attività svolte dall’OCSE con la Russia e una conseguente decisione del Consiglio dell’OCSE è stata adottata. Inoltre, l’Italia, in qualità di Presidente della Riunione del Consiglio dei ministri dell’OCSE del 2022, ha proposto di discutere la crisi in Ucraina alla Ministeriale di giugno, la più importante riunione annuale dell’Organizzazione; la proposta è stata accolta.
Nel quadro dell’UE, l’Italia ha costantemente sostenuto la decisione della Commissione di rilasciare un primo contributo di 1 miliardo di euro per sostenere i bisogni finanziari a breve termine dell’Ucraina.
L’Italia ha inoltre contribuito all’approvazione del regolamento del Consiglio dell’UE del 24 maggio 2022 che prevede la liberalizzazione temporanea del commercio e altre concessioni commerciali per alcuni prodotti ucraini, misura che può sostenere in modo significativo l’economia ucraina.
- L’Italia ha finora approvato 5 consistenti pacchetti di sostegno militare alla difesa dell’Ucraina, comprensivi di equipaggiamenti sia letali che non letali, basati sulle esigenze delle Forze Armate ucraine.
- L’Italia garantisce la sua partecipazione alla forza ad elevata prontezza della NATO (Very High Readiness Joint Task Force – VJTF).
- L’Italia ha innalzato il livello di allerta delle unità di rinforzo (Immediate Follow-on Forces Group – IFFG) delle forze ad alta prontezza (VJTF).
- L’Italia continua a contribuire al rafforzamento delle seguenti operazioni e attività della NATO nei settori terrestre, aereo e marittimo:
- Presenza avanzata e rafforzata (eFP): in Lettonia, nell’ambito del Battlegroup a guida canadese, l’Italia ha aumentato l’impiego di truppe e mezzi corazzati.
- Rafforzamento Vigilance Activity (eVA): in Bulgaria, dal 17 ottobre l’Italia guida, come Nazione Quadro, il battaglione multinazionale della NATO e sta fornendo anche un consistente numero di truppe in Ungheria;
- Rafforzamento dell’Air Policing: L’Italia partecipa, a rotazione, alle attività di Air Policing su tutto il fianco orientale, dal Grande Nord al Mar Nero e ai Balcani, anche con sistemi all’avanguardia come gli F35. Dopo l’Islanda, l’Aeronautica Militare italiana sta attualmente assicurando i cieli della Polonia;
- Misure di sorveglianza: l’Italia contribuisce a tutte le iniziative condotte dalla NATO.
- Forze navali di reazione immediata: l’Italia fornisce l’ammiraglia e contribuisce allo Standing NATO Maritime Group 2 (SNMG2) dispiegato nel Mediterraneo e nel Mar Nero, e allo Standing NATO Mine Counter Measures Group 2 (SNMCMG2).
- L’Italia, inoltre, si è offerta di contribuire ai nuovi “Battlegroup di attività di vigilanza rafforzata” (e-VA) in procinto di essere schierati presso i quattro alleati della NATO sul fianco sud-orientale, e specialmente in Bulgaria e Ungheria.
- L’Italia contribuisce con circa 390 milioni di euro alle misure di assistenza a favore dell’Ucraina previste dall’European Peace Facility (Strumento Europeo per la Pace), per un totale di 3 miliardi di euro.
L’Italia ha lavorato con i suoi partner della Ue e del G7 per introdurre sanzioni senza precedenti nei confronti della Russia e della Bielorussia quali:
- Congelamento di beni appartenenti a oligarchi e individui affiliati al Cremlino per più di 2,3 miliardi di euro e più di 340 milioni di euro di fondi congelati. In Italia, il congelamento dei beni di individui, gruppi ed entità elencati viene effettuato dal Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF), un’organizzazione interministeriale e di autorità nazionale presieduta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Tesoro). Al Comitato partecipano il MAE e altre Autorità nazionali (tra cui Ministero dell’Interno, Ministero della Giustizia, Banca d’Italia, Unità di Informazione Finanziaria, Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane e dei Monopoli).
- Esclusione delle 10 principali banche russe (Bank Otkritie, Novikombank, Promsvyazbank, Bank Rossiya, Sovcombank, VEB, VTB BANK, Sberbank, Credit Bank of Moscow e JSC Russian Agricultural Bank) dalla rete di comunicazione bancaria S.W.I.F.T. Per 9 banche (JSC Russian National Commercial Bank, Bank Otkritie, Novikonbank, Promsvyazbank, Bank Rossiya, Sovcombank, VEB, VTB Bank e Sberbank) vige inoltre un divieto totale di transazione.
- La messa al bando delle transazioni della Banca Centrale Russa e il congelamento dei beni della Banca Centrale nella UE.
- Sanzioni mirate, controlli sulle esportazioni, messa al bando dei finanziamenti alle esportazioni, nonché divieti di viaggio nei confronti di 1236 persone (tra cui Putin e Lavrov) e 115 entità.
- Le banche degli Stati membri dell’UE non possono detenere conti bancari di persone o entità russe, anche se solo con sede in Russia, superiori a 100.000 euro.
- Divieto di esportazione di beni a doppio uso, prodotti tecnologici e armi di piccolo calibro, nonché di altri beni che rientrano nel regolamento anti-tortura.
- Misure nel campo dei visti contro la Russia: sospensione totale della applicazione del Visa Facilitation Agreement tra la UE e la Federazione Russa. Applicazione delle linee guida emesse dalla Commissione per il rilascio dei visti generali in relazione ai richiedenti russi.
- Il divieto di criptovalori è stato ulteriormente inasprito vietando tutti i portafogli, i conti o i servizi di custodia di criptovalori, indipendentemente dall’importo del portafoglio (il divieto di fornire determinati servizi al governo della Federazione Russa o a organismi, enti o persone giuridiche con sede in Russia è esteso anche ai servizi di consulenza architettonica, ingegneristica, legale e informatica).
- Lo spazio aereo Ue è stato chiuso a tutti gli aeromobili posseduti, registrati o controllati dalla Russia. Divieto alle navi di registrazione russa di accedere ai porti dell’UE, comprese quelle che sono passati ad un’altra bandiera il 24.2.2022 o successivamente. Divieto di trasporto merci su gomma all’interno dell’UE alle imprese di trasporto russe e bielorusse.
- Russia Today (RT), Sputnik EU for Rossiya RTR / RTR Planeta, Rossiya 24 / Russia 24 e TV Centre International non possono trasmettere nella Ue.
- Divieto di tutte le transazioni con determinate aziende di stato già soggette a restrizioni al rifinanziamento.
- Divieto di partecipazione delle società russe agli appalti pubblici negli Stati membri e l’esclusione di qualsiasi sostegno finanziario agli enti pubblici russi, compresi i programmi dell’UE.
- Divieto per i cittadini dell’UE di sedere nei consigli di amministrazione di entità possedute o controllate dallo Stato russo.
- Divieto di qualsiasi transazione con persone giuridiche, entità o enti residenti al di fuori dell’Unione i cui diritti di proprietà siano posseduti direttamente o indirettamente per più del 50% da entità segnalate.
- Divieto di fornire servizi di rating del credito a persone o entità russe.
- Divieto di nuovi investimenti nel settore energetico russo nonché una restrizione generale alla esportazione di attrezzature, tecnologie e servizi per l’industria energetica russa, ad eccezione dell’industria nucleare e del settore a valle del trasporto energetico.
- Divieti di esportazione mirati alla tecnologia (ad es. computer quantistici, semiconduttori avanzati, macchinari sensibili e attrezzature di trasporto, compreso il carburante degli aerei); divieti di importazione di prodotti come legno, cemento, fertilizzanti, frutti di mare e liquori.
- Divieto di acquisto, importazione o trasferimento di petrolio greggio e determinati prodotti petroliferi dalla Russia nell’UE, con un periodo di eliminazione graduale fino a 8 mesi (da luglio 2022) e un’eccezione temporanea per alcuni Stati membri dell’UE che soffrono di una specifica dipendenza dalle forniture russe e non hanno alternative valide.
- Adozione di un tetto massimo di prezzo per il trasporto marittimo di petrolio russo verso Paesi terzi e per i servizi correlati.
- Divieto di acquisto e importazione di carbone e altri prodotti.
- Espansione del divieto di importazione di beni che generano entrate significative per la Russia (oro, settore siderurgico, polpa di legno e carta, sigarette, plastica, cosmetici, pietre e metalli preziosi).
- Finora sono state imposte sanzioni anche contro la Bielorussia, sia in settori specifici dell’economia bielorussa (come l’esclusione di 4 importanti banche bielorusse dalla rete di comunicazione bancaria SWIFT) sia contro individui mirati.
- Dal 25 febbraio l’Italia ha adottato il più alto livello di sicurezza marittima 3 (MARSEC3) e quindi le navi battenti bandiera italiana sono state obbligate a passare, temporaneamente, al livello di sicurezza 3 quando si trovano nel Mar Nero:
- nel Mar Nero, limitatamente alla ZEE della Federazione Russa e dell’Ucraina;
- il Mar d’Azov.
- impedendo di fatto alle navi battenti bandiera italiana di entrare in tutti i porti russi del Mar Nero e di svolgere qualsiasi attività commerciale”.
- Obbligo per le persone fisiche elencate di segnalare i propri beni alle autorità nazionali competenti (NCA) – il cosiddetto “reverse reporting” – e per le persone fisiche e giuridiche, le entità e gli organismi di fornire immediatamente qualsiasi informazione che possa facilitare il rispetto del regime sanzionatorio.
- A partire dal 6 ottobre 2022, è stato introdotto un nuovo criterio di elencazione, che consentirà di sanzionare le persone che facilitano le violazioni del divieto di elusione delle sanzioni.
- Estensione dell’ambito geografico delle misure restrittive sul non riconoscimento a tutte le aree non controllate dal governo ucraino negli oblast di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson.
- Organizzazione di un’accoglienza efficace dei rifugiati ucraini in Italia. Al 14 ottobre 2022 sono arrivati in Italia 172.405 rifugiati. La maggior parte sono donne (91.788) e bambini (51.101).
- Sono stati stanziati oltre 800 milioni di euro per sostenere i profughi ucraini in Italia.
- Il MAE sta coordinando un gruppo di lavoro sui flussi dei rifugiati e sugli sforzi per l’accoglienza al fine di aumentarne le capacità.
- Il Ministero dell’Interno ha aumentato le capacità dei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) e del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) per un totale di 21.000 unità. Il Dipartimento della Protezione Civile italiana ha aumentato la sua capacità ricettiva a 30 mila unità.
- Il MAE sta inoltre guidando uno sforzo di coordinamento con la rete dei consoli ucraini di Roma, Milano e Napoli per facilitare lo scambio di informazioni sui bambini non accompagnati e sui rifugiati ucraini.
- Il Ministero per le Pari Opportunità e la Famiglia ed il MAE hanno costituito un Gruppo di lavoro sui minori, unitamente al Dipartimento della Protezione Civile (DPC) italiana e con la partecipazione dell’UNHCR, dell’UNICEF e della OIM per valutare le esigenze e coordinare azioni concrete rispetto alle specifiche situazioni dei minori e degli adottati ucraini.
- Il Dipartimento della Protezione Civile (DPC) italiana, di concerto con il Ministero della Salute, ha svolto le azioni in materia di screening COVID-19 (all’ingresso e fino a 48 ore da allora) e vaccinazione dei rifugiati, comprese le vaccinazioni non Covid-19 e cicli di immunizzazione dei bambini, secondo le regole definite dal Ministero della Salute. L’assistenza sanitaria è prestata alle stesse condizioni dei cittadini italiani per un periodo annuale rinnovabile una volta richiesta la protezione temporanea, con esenzione dalle spese sanitarie. In assenza di tale richiesta, l’assistenza sanitaria è assicurata con la più ampia erogazione di servizi a favore delle persone fragili, donne, bambini e anziani.
- Il governo italiano ha applicato la decisione del Consiglio UE di introdurre la protezione temporanea in conformità alla Direttiva UE 2001/55/CE.
- Nel corso degli interventi coordinati con le Agenzie ONU sul terreno, l’Italia sta finanziando (con il suo Fondo per le Migrazioni) un progetto di 10 milioni di euro sviluppato con UNHCR in Moldova per migliorare la capacità del Paese di assistere i rifugiati provenienti dall’Ucraina, con un accento specifico sulle esigenze dei minori e di altre persone vulnerabili.
- Ulteriori progetti sono in fase di elaborazione in Moldova, in collaborazione con IOM e UNICEF, per un valore complessivo di 10 milioni di euro.
- Viene trasmesso un bollettino informativo televisivo giornaliero in lingua ucraina dalla rete nazionale informativa della società del servizio pubblico radiotelevisivo pubblico (RAI-RaiNews24) per fornire informazioni utili sull’accoglienza e informazioni aggiornate sul conflitto in corso ai rifugiati ucraini e alla comunità ucraina in Italia.
- I cittadini ucraini e i cittadini di altri Paesi terzi che provengano dall’Ucraina e che arrivino sul territorio italiano a seguito degli eventi in corso possono viaggiare gratuitamente per raggiungere il primo luogo di destinazione o accoglienza entro un periodo massimo di cinque giorni dal loro ingresso alle seguenti condizioni:
a. Sui treni della società “Trenitalia” che gestiscono servizi Intercity, Eurocity e regionali sul territorio italiano. Altre società ferroviarie che forniscono servizi di trasporto sul territorio italiano possono offrire viaggi gratuiti ai medesimi soggetti su base volontaria;
b. Sulla rete stradale nazionale;
c. Servizi di trasporto marittimo per le isole.
- Subito dopo l’inizio della aggressione da parte della Russia, l’Italia ha dato un contributo di 1 milione di euro alle attività di primo soccorso del CICR
- Il 27 febbraio il Ministero degli Affari esteri italiano ha approvato il trasferimento di 110 milioni di euro per sostenere il bilancio generale del governo ucraino. Tale ammontare è a disposizione del Ministero del tesoro ucraino dal 28 febbraio.
- L’Italia ha risposto con un contributo di 25,5 milioni di euro agli appelli umanitari lanciati dal sistema delle Nazioni Unite e dal Movimento della Croce Rossa Internazionale, per sostenere le attività umanitarie a favore delle persone vulnerabili in Ucraina così come dei rifugiati nei paesi limitrofi.
- La Cooperazione Italiana ha stanziato 14 milioni di euro per sostenere le iniziative umanitarie realizzate dalle Organizzazioni della Società Civile Italiana (OSC) in risposta alla crisi ucraina. Inoltre, 650.000 euro sono stati destinati a un progetto realizzato dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani per rafforzare le capacità dell’ospedale Sighetu Marmatiei, situato al confine tra Romania e Ucraina.
- È stato istituito un meccanismo di coordinamento, presieduto dalla Vice Ministra Sereni, con le organizzazioni della società civile attive a sostegno del popolo ucraino.
- Il Ministero della Salute sta supervisionando la raccolta di generi medici sanitari (tramite il Servizio Sanitario Nazionale) che saranno spediti dalla Protezione Civile italiana per il tramite del Meccanismo di protezione civile dell’Unione Europea (MPCEU) a luoghi che si trovano nei paesi limitrofi dell’Ucraina. È stata inoltre istituita una valutazione giornaliera della disponibilità di letti in diversi reparti quali: terapia intensiva, oncologia, pediatria, neonatologia, dialisi, e ustioni per renderli disponibili attraverso il MPCEU.
- L’Italia sta anche fornendo assistenza in natura per contribuire ad alleviare la situazione umanitaria in Ucraina.
- La Cooperazione italiana ha donato quasi 5 tonnellate di materiale sanitario alla Croce Rossa Italiana da consegnare alla corrispondente organizzazione Ucraina.
- La Protezione Civile Italiana ha inviato materiali attraverso la Polonia (200 tende per un totale di 1.000 persone, 1.000 lettini da campo, 1.000 sacchi a pelo) medicine e attrezzature mediche attraverso la Romania, 23 ambulanze e tre cucine da campo.
- La Protezione Civile Italiana ha coordinato la spedizione, attraverso la Polonia, di oltre 1500 pallet di beni umanitari verso l’Ucraina.
- Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco italiano ha donato 45 veicoli alla controparte ucraina. La spedizione, coordinata dalla Protezione Civile Italiana, è partita in treno verso la Slovacchia. I Vigili del Fuoco hanno inoltre donato 4 veicoli alla Moldova.
- La Protezione Civile italiana ha anche consegnato alla Slovacchia un campo di emergenza atto ad assistere fino a 250 persone. Un campo di emergenza simile, che può ospitare fino a 500 persone, è stato donato alla Moldova. È stata inoltre consegnata all’UNHCR una tensostruttura per fornire riparo agli sfollati in Ucraina.
- La Cooperazione italiana ha organizzato una donazione con un cargo di circa 20 tonnellate di beni umanitari partito dalla Base di Pronto Intervento delle Nazioni Unite di Brindisi UNHRD (in gran parte materiale logistico quali tende, coperte, generatori, stufe per tende, lampade e kit igienico-sanitari). I beni sono arrivati a Niemce, in Polonia, l’11 e il 14 marzo.
- La Cooperazione italiana ha fornito alle autorità moldave circa 20 tonnellate di materiali umanitari, spediti dal deposito UNHRD di Brindisi il 14 e il 18 marzo.
- La Cooperazione Italiana ha donato 6 tonnellate di beni umanitari per le attività dell’OSC italiano “CUAMM – Medici con l’Africa” in Ucraina, inviate dall’UNHRD Brindisi in Ucraina via Romania (arrivato a Siret il 9 giugno).
- La Cooperazione Italiana ha organizzato il trasporto di 15 tonnellate di beni umanitari (di cui 9 donate dalla Cooperazione Italiana e oltre 6 tonnellate dalla Fondazione “Francesca Rava”). Le spedizioni sono arrivate in Romania il 18 e 21 giugno e successivamente sono state trasferite in Ucraina.
- Grazie ad un contributo di 17 milioni di dollari USA, nel 2021 l’Italia è stata tra i dieci principali donatori del Fondo Centrale per la Risposta alle Emergenze dell’ONU (CERF). Lo stesso ammontare verrà stanziato nel 2022 a supporto dell’Ucraina e di altre crisi umanitarie.
- In linea con gli impegni del G7, l’Italia ha concesso un prestito di 200 milioni di euro a condizioni privilegiate per il bilancio dell’Ucraina e, in particolare, per pagare i salari dei dipendenti del settore dell’istruzione.
- L’Italia ha adottato una strategia per sostituire gradualmente gli attuali 29 miliardi di metri cubi annui di fornitura di gas dalla Russia aumentando le forniture (sia attraverso i gasdotti che GNL) dai partner e delle fonti esistenti.
- Agiamo in sinergia con i principali attori nazionali per rilanciare la produzione nazionale di gas, massimizzare la capacità degli impianti di rigassificazione esistenti e rafforzare le infrastrutture critiche, anche attraverso ulteriori 10 miliardi di metri cubi dalla nuova capacità di rigassificazione offshore.
- I livelli di riserve di gas in Italia sono tra i più alti dell’UE. L’Italia ha una capacità di stoccaggio superiore al 20% del suo consumo annuo, sia nello stoccaggio commerciale che nella riserva strategica pubblica.
- L’Italia è stata determinante nell’adozione della comunicazione REPowerEU e ha sostenuto la revisione del regolamento dell’UE sullo stoccaggio del gas, che prevede che gli impianti di stoccaggio del gas nell’UE debbano essere riempiti fino all’80% della loro capacità entro novembre 2022. L’Italia ha già raggiunto il 92%.
- Il governo italiano ha proposto e sostiene con forza un meccanismo di tetto massimo al prezzo del gas in Europa. Il provvedimento spezzerebbe il circolo vizioso tra le aspettative di riduzione delle importazioni dalla Russia e la spinta al rialzo del prezzo del gas che rappresenta anche per Mosca una cospicua fonte di entrate.
- L’Italia è stata anche tra i principali sponsor della Piattaforma per l’acquisto di energia dell’UE, il nuovo meccanismo di coordinamento volontario che riunisce la Commissione e gli Stati membri e che supporterà l’acquisto di gas e idrogeno per l’Unione, aperto anche a Ucraina e Moldova.
- La nostra strategia di diversificazione è una risorsa comune per la sicurezza energetica complessiva dell’UE.
- La creazione del Corridoio Meridionale del gas/TAP, dal Mar Caspio all’Italia, si è rivelata essere uno sforzo lungimirante poiché si tratta dell’unico progetto energetico aggiunto in Europa nell’ultimo decennio che non dipende dalla Russia e ha il potenziale di raddoppiare la sua capacità nel medio termine.
- La diversificazione energetica dell’UE beneficia anche del ruolo centrale dell’Italia nel Mediterraneo in generale, compreso il bacino levantino come membro fondatore dell’East Mediterranean Gas Forum [EMGF]. Ora più che mai, l’approccio inclusivo e cooperativo dell’Italia sarà determinante per sbloccare ulteriormente il potenziale energetico della Regione, al fine di aumentare la nostra sicurezza energetica comune.
- Per calmierare gli alti prezzi del greggio e prevenire eventuali problemi legati alle forniture, l’Italia ha partecipato a due rilasci di scorte petrolifere decisi da tutti i membri dell’Agenzia Internazionale per l’Energia: il primo all’inizio di marzo, per 60 milioni di barili, e il secondo ad aprile, per ulteriori 120 milioni di barili. In entrambe le occasioni, l’Italia ha rilasciato il sesto maggior quantitativo di riserve tra i paesi partecipanti.
- Per quanto riguarda l’assistenza a Kiev in campo energetico, l’Italia, attraverso il suo operatore del sistema di trasmissione (TSO), ha sostenuto fin dall’inizio la richiesta del governo ucraino di sincronizzare la sua rete elettrica con quella europea, dopo la sua disconnessione dalla rete russa.
- L’Italia continua ad impegnarsi, sia a livello multilaterale che europeo, e con i nostri partner e fornitori di energia, per raggiungere una sostanziale transizione all’energia pulita che consideriamo l’unica soluzione per raggiungere una sicurezza energetica duratura e un’autonomia strategica
- Dopo l’aggressione russa, il Ministero italiano dell’Università e della Ricerca ha esortato gli istituti di istruzione superiore a concedere borse di studio e ad adottare altre iniziative a sostegno degli studenti ucraini. È stato creato un fondo speciale di 500.000 euro per assistere gli studenti universitari ucraini e i ricercatori e professori ucraini che partecipano a progetti nelle nostre università e centri di ricerca. Il Parlamento Italiano ha successivamente elevato il fondo a un milione di Euro, ampliando i criteri di selezione. Per l’assegnazione di queste risorse, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha pubblicato un avviso pubblico. Sono state presentate 42 domande di finanziamento, attualmente in fase di valutazione da parte del Ministero.
- Nel frattempo, da marzo, sul sito del Ministero dell’Università e della Ricerca è stata pubblicata una sezione interamente dedicata all’emergenza ucraina (https://www.mur.gov.it/it/emergenza-ucraina).
- Per supportare la continuità didattica, il Ministero dell’Istruzione ha stanziato una somma iniziale di 1.000.000 di euro da assegnare alle istituzioni scolastiche per l’inclusione degli studenti ucraini nelle scuole italiane. L’inclusione scolastica degli studenti ucraini è assicurata dagli Uffici Scolastici Regionali del Ministero dell’Istruzione in collaborazione con gli enti locali (Regioni, Prefetture, Protezione Civile, Autorità Locali, Servizi Sanitari). Vi è inoltre un costante coordinamento con il Consiglio dell’UE e gli Stati membri per dare una risposta coordinata alle richieste del Ministero dell’Istruzione ucraino veicolate anche bilateralmente a livello politico.
- È stato adottato un regolamento speciale per cui gli studenti ucraini iscritti al sistema scolastico italiano non sono stati obbligati a sostenere gli esami finali del primo e del secondo ciclo alla fine dell’anno accademico. Allo stesso tempo, in collaborazione con l’Ambasciata ucraina, il Ministero dell’Istruzione ha organizzato sedi dedicate a Milano, Roma e Napoli, dove gli studenti ucraini hanno sostenuto gli esami online per accedere alle università ucraine.
- È stata pubblicata sul sito del Ministero dell’Istruzione una sezione interamente dedicata all’emergenza ucraina (https://www.istruzione.it/emergenza-educativa-ucraina/).
- Il Ministero della Cultura dell’Italia ha adottato un programma di 2.000.000 di euro per sostenere gli artisti ucraini, offrendo loro residenze e relative attività. Inoltre il Ministero della Cultura sta collaborando con le autorità ucraine e i partner internazionali per salvaguardare il patrimonio culturale ucraino in pericolo.
- Il Ministero della Cultura italiano ha acquistato e consegnato, attraverso il Meccanismo di Protezione Civile dell’Unione Europea (UCPM), materiale di emergenza ad hoc per la protezione, conservazione e trasporto del patrimonio culturale ucraino a rischio.
- Il Ministero della Cultura italiano, in coordinamento con l’UNESCO e il Ministero della Cultura e della Politica di Informazione dell’Ucraina, offre supporto per la candidatura del centro storico di Odessa a patrimonio mondiale dell’UNESCO. Il Ministero della Cultura sta inoltre monitorando, in coordinamento con le autorità ucraine, i danni al patrimonio culturale ucraino a rischio, prestando particolare attenzione ai siti del patrimonio mondiale dell’UNESCO, ai siti dell’elenco provvisorio dell’UNESCO e ad altri siti di interesse nazionale.
- Il Ministero della Cultura sta rafforzando la cooperazione tra l’Unità dei Carabinieri per la protezione del patrimonio culturale e le autorità competenti ucraine al fine di fornire ulteriore assistenza nella protezione del patrimonio a rischio e di includere il patrimonio culturale ucraino nelle banche dati italiane in modo che possa essere monitorato e tutelato dai traffici illeciti.
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